Lo psicologo e lo psicoterapeuta
Differenze tra psicologo, psicoterapeuta, psicanalista e psichiatra
Lo psicologo
Lo psicologo è il laureato in psicologia che ha sostenuto e superato l’Esame di Stato che permette l’iscrizione all'Ordine degli psicologi. Per poter sostenere tale esame egli deve obbligatoriamente svolgere un tirocinio formativo della durata di un anno, nel quale fa esperienza nel campo della psicologia. Gli psicologi non sono tutti uguali: psicologo clinico, psicologo del lavoro, psicologo dell'età evolutiva, psicologo sperimentale, psicologo delle organizzazioni, psicologo forense.
Lo psicologo fornisce ai suoi utenti un aiuto non farmacologico, basato su colloqui di sostegno, strumenti diagnostici, consulenze, tecniche di rilassamento ecc. Sono molte le cose che egli può fare, purché non si configurino come psicoterapia, poiché essa richiede il titolo di psicoterapeuta. Inoltre, lo psicologo non può prescrivere farmaci, dal momento che per fare questo serve una laurea in medicina. Se possiede una laurea in medicina oltre a quella in psicologia lo può fare. Quindi, riassumendo, per essere tale lo psicologo deve possedere i seguenti requisiti:
1. laurea in psicologia;
2. essere iscritto all’Ordine degli Psicologi di una regione italiana.
LO PSICOTERAPEUTA
Il percorso per divenire psicoterapeuta è duplice. Può partire dalla laurea in psicologia o da quella in medicina, conseguita la quale va intrapreso un corso di specializzazione riconosciuto dallo Stato Italiano della durata di almeno 4 anni. Dopo la laurea va superato l’Esame di Stato di psicologia esattamente come nel caso dello psicologo (Esame di Stato di Medicina nel caso del laureato in medicina). Dunque lo psicoterapeuta può essere sia medico che psicologo; nel caso che sia psicologo può svolgere tutte le attività dello psicologo e in più la psicoterapia, nel caso che sia medico può esercitare le attività del medico (fra cui la prescrizione di farmaci) e quelle dello psicoterapeuta. Lo psicologo psicoterapeuta non può prescrivere farmaci. L’attività dello psicoterapeuta va quindi più in profondità rispetto a quella dello psicologo, e permette di agire direttamente sui disagi della persona attraverso l’utilizzo di tecniche che variano a seconda della teoria di riferimento del professionista stesso.
Le scuole di specializzazione che permettono l’iscrizione all’albo degli psicoterapeuti sono molte e molto diverse fra loro. Ognuna di esse trae origine da un quadro teorico differente, non necessariamente incompatibile con gli altri, tant’è che spesso gli psicoterapeuti fanno uso contemporaneamente di tecniche provenienti da teorie di fondo diverse. Per concludere, lo psicoterapeuta, per essere tale, deve possedere i seguenti requisiti:
1. laurea in psicologia o in medicina e chirurgia;
2. essere iscritto all’Ordine degli Psicologi di una regione italiana;
3. aver frequentato una scuola di specializzazione riconosciuta dallo Stato che permette l’iscrizione all’Albo degli Psicoterapeuti.
Lo psicologo è un laureato in psicologia che dopo aver svolto un anno di tirocinio e il relativo esame di stato per l'abilitazione professionale è iscritto alla sezione A dell'Albo professionale, ai sensi dell'art. 7 della Legge 18 febbraio 1989, n. 56.
Secondo l'articolo 1 della Legge n. 56 del 1989 sull'Ordinamento della professione di Psicologo, "[...]l'attività dello psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito." (il testo completo del "Codice Deontologico degli Psicologi Italiani è visionabile sul Sito dell'Ordine degli Psicologi del Lazio cliccando qui)
Quindi lo psicologo è un professionista la cui attività mira al bene del singolo o della comunità.
È utile rivolgersi allo psicologo per essere aiutati a prevenire, lenire e curare, se possibile, un disagio, un malessere che procura sofferenza psichica e/o fisica.
La vita moderna ha assunto ritmi che portano spesso le persone ad accumulare livelli di stress elevati; in momenti di particolare difficoltà le risorse di una persona possono essere insufficienti a fronteggiare la situazione. Possono allora sorgere sofferenze quali depressione, ansia, attacchi di panico; problemi questi che sono spesso la punta di un iceberg la cui base sono i tanti piccoli eventi di vita stressanti e/o traumatici che accumulandosi sono infine esplosi.
Lo psicologo, con colloqui di valutazione e di supporto, aiuta la persona a superare queste sofferenze o ad alleviarle per tornare ad avere una vita soddisfacente.
Credo sia importante sfatare alcuni miti sulla figura dello psicologo.
Un pregiudizio molto diffuso è l'idea che se una persona si rivolge ad uno psicologo significa che sia un "pazzo" o che stia per diventarlo! Purtroppo la nostra società ci ha abituati a modelli di riferimento che trasmettono i valori dell'autocontrollo, della forza di carattere e soprattutto della persona forte e risoluta che non ha il controllo della sua vita e che non ha bisogno dell'aiuto di nessuno. Inoltre siamo anche stati abituati a non rivelare i nostri sentimenti, specialmente quelli che ci fanno soffrire, per non apparire dei deboli o delle vittime. Tante persone ancora condizionate da questi pregiudizi trascurano il proprio benessere psicologico rischiando di aggravare ancora di più la situazione; basti come esempio il fatto che ogni giorno in TV apprendiamo di terribili tragedie consumate da persone che troppo a lungo forse sono state lasciate sole a se stesse. Cercare l'aiuto di un professionista è invece sinonimo di forza di volontà, di voglia di vivere la vita e di viverla al meglio.
Lo psicologo non da consigli: aiuta il paziente a valutare quale soluzione è la più adatta per il suo caso.
Lo psicologo non cerca di risolvere tutti i problemi del suo paziente: aiuta il paziente ad attivare le sue risorse interiori per risolvere i problemi o cerca di svilupparne altre e nel caso questo non sia possibile, lo aiuta ad accettare le cose che non si possono cambiare.
Lo psicologo non da farmaci.
I farmaci sono "esclusiva" competenza del medico, quindi un laureato in medicina; in caso di "grave" e/o invalidante disagio psichico ci si può rivolgere ad uno Psichiatra, ovvero un laureato in medicina che ha conseguito una ulteriore specializzazione in psichiatria (dal greco psychè = spirito, anima e iatros che significa medico. Letteralmente "medicina dell'anima").
Un altro mito da sfatare è che uno psicologo sappia cosa passa nella mente delle persone o che capisca tutto di una persona semplicemente guardandola. Mi capita spesso di sentirmi dire da una persona appena conosciuta alla quale dico di essere uno psicologo una classica frase: " ah sei uno psicologo!allora devo stare attento a cosa dico e a come mi muovo!" La mia risposta ormai classica è:"Dammi un attimo che vado a prendere la sfera di cristallo così da capire subito chi sei" Gli esseri umani sono unici, irripetibili e meravigliosamente complicati nella complessità dei loro pensieri ed emozioni; solo noi sappiamo (e nemmeno completamente!) chi siamo, cosa pensiamo e quali sentimenti proviamo. Lo psicologo è un essere umano proprio come coloro cui offre i propri servizi. Conoscerà solo ciò che la persona vorrà fargli conoscere. Non sa leggere nei pensieri, non giudica dalle apparenze (consapevole della diversità degli esseri umani)e soprattutto non ha poteri magici che gli permettano di risolvere con qualche formula i problemi della gente.
Spesso le persone si rivolgono ad uno psicologo chiedendogli di risolvere il loro problema. Come già detto lo psicologo non possiede formule magiche per risolvere i problemi. Può invece aiutare la persona a vedere soluzioni ai problemi che da sola non è riuscita a vedere e cercare insieme ad un professionista soluzioni ai problemi efficaci.
Il rapporto che si crea fra lo psicologo e l'utente è una relazione in cui ogni membro da il suo contributo; lo psicologo mette a disposizione competenze teoriche e tecniche, insegna al paziente tecniche per gestire determinate problematiche, gli offre comprensione empatica, non lo giudica ma lo accetta per quello che è; al paziente spetta il compito più impegnativo: usare gli strumenti forniti dallo psicologo per vivere al meglio la propria vita!
Lo psicologo è un laureato in psicologia. Lo psicologo che abbia, dopo la laurea, superato l’esame di stato e sia iscritto all’Ordine degli Psicologi, è un laureato che da quel momento è anche abilitato all’esercizio della professione di psicologo fornendo un aiuto non farmacologico (tecniche di rilassamento, colloqui di sostegno, consulenze, ecc.).
Lo psicologo non può prescrivere farmaci, effettuare diagnosi e/o dare indicazioni di tipo medico, e, può esercitare la psicoterapia dopo aver conseguito il titolo abilitante a seguito della frequentazione di una scuola di psicoterapia riconosciuta dal MURST.
Per essere certi che lo psicologo a cui ci rivolgiamo sia anche psicoterapeuta, la strada più sicura è consultare l’Ordine Professionale Regionale, al quale deve essere iscritto con entrambi i titoli.
Per svolgere la professione di psicoterapeuta, è necessario che si frequenti una scuola di psicoterapia quadriennale che abiliti all’esercizio della psicoterapia.
Possono accedere alla frequenza ai corsi di tali scuole sia gli psicologi che i medici, nonchè gli psichiatri che vogliano avere una ulteriore abilitazione all'esercizio della psicoterapia, in quanto a questi ultimi il titolo abilitante è compreso nella specializzazione in psichiatria conseguita.
In ogni caso, l'esercizio della psicoterapia è consentito solo dopo che sia stata fatta l'iscrizione all'albo degli psicoterapeuti del proprio Ordine professionale.
Allo stesso modo psichiatra, neurologo e psicoterapeuta non sono figure equivalenti e sovrapponibili.
Lo psichiatra è un laureato in Medicina che ha ottenuto la specializzazione in Psichiatria.
È un errore pensare che lo psichiatra, in quanto medico, sappia intervenire solo tramite le medicine. Dipende dall’approccio che egli sceglie di seguire.
Accanto a specialisti che privilegiano l’uso dei farmaci si trovano altri che affrontano le malattie associando ai farmaci un intervento anche psicologico (gestito da loro o da altri professionisti). Lo psichiatra non sempre svolge l’attività di psicoterapeuta.
Il neurologo è lo specialista in neurologia che si occupa prevalentemente di patologie neurologiche, mentre le patologie psichiatriche sono appannaggio dello psichiatra.
Lo psicoterapeuta è uno specialista qualificato in psicoterapia.
Una volta formatosi, lo psicoterapeuta è uno specialista qualificato alla diagnosi e cura dei disturbi psichici e delle malattie mentali.
La psicoterapia è un intervento che va più in profondità della consulenza psicologica. Ci sono moltissime scuole di psicoterapia, ognuna delle quali ha un suo orientamento teorico e tecnico.
Poichè, nella maggior parte dei casi, il trattamento dei disturbi psichici e delle malattie mentali, richiede la somministrazione sia della psicoterapia che della farmacoterapia, ovviamente lo psicoterapeuta psicologo deve affiancarsi ad una o più figure mediche.
Ciò non significa, che lo psicoterapeuta psicologo non sia competente dei disturbi e delle malattie che tratta, ma significa che, non essendo medico, non può stabilire nè diagnosi, nè terapie, quando queste implicano anche valutazioni di medicina generale o specialistica. Perciò deve avvalersi della collaborazione di medici.
Questa collaborazione dello psicoterapeuta psicologo, è indispensabile affinchè possa essere evitato il rischio di mantenere in psicoterapia un paziente che potrebbe, invece, trarre giovamento tempestivamente del supporto degli psicofarmaci, o di altre terapie mediche.
Oppure per evitare che disturbi psicologici con eziologia organica, vengano trattati non considerando la malattia somatica che li produce.
Teoricamente, lo psicoterapeuta medico, potrebbe anche agire da solo nei vari passaggi descritti, poichè potrebbe riunire in sè sia la figura psicoterapeutica che quella medica.
Di solito è preferibile non riunire le due figure e, pertanto, anche lo psicoterapeuta medico dovrebbe far rivolgere i propri pazienti ad altri colleghi per le problematiche mediche che possono essere presenti contemporaneamente.
Cosa può fare lo psicologo Definizione della professione di psicologo: La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazioneriabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito. ( art.1 Legge 56/89)
Psicologia clinica: Ampio settore che comprende interventi di trattamento e riabilitazione di vario grado e livello. Si va dalla valutazione della personalità e delle caratteristiche personali, alla psicoterapia individuale, di coppia, familiare e di gruppo.
Psicologia del lavoro e delle organizzazioni: ampio settore professionale rivolto all’ambito organizzativo e aziendale. Lo psicologo opera sia a livello dell’individuo (risorse umane, motivazione) o gruppi di individui (formazione manageriale, team building) sia a livello dell’organizzazione vera e propria (analisi del clima, progettazione degli ambienti di lavoro).
Neuropsicologia e riabilitazione cognitiva: la neuropsicologia clinica ha lo scopo di valutare e, qualora possibile, riabilitare, i deficit cognitivi e le annesse implicazioni di tipo psicologico, affettivo e di personalità conseguenti a patologie a carico del sistema nervoso centrale.
Psicologia giuridica e forense: si occupa della consulenza psicologica presso tribunali per minorenni e tribunali di sorveglianza , della consulenza peritale tecnico-giudiziaria di parte, d’ufficio , dell’ assistenza all’ascolto protetto per minori.
Psicologia delle emergenze: l’attività prevede interventi specifici per la formazione, il sostegno psicologico degli operatori dell’emergenza (operatori di ambulanze, vigili del fuoco, ecc.); interventi per la diagnosi e il trattamento della sindrome post-traumatica da stress dovuta ad emergenze di varia natura (eventi bellici, naturali, gravi incidenti del traffico, incendi, ecc.)
Psicologia dello sport: è in espansione l’utilizzo dello psicologo da parte delle società sportive per ottenere assistenza alla squadra e ai singoli sportivi. Psicologia penitenziaria: nelle strutture carcerarie lo psicologo si occupa dello sviluppo di modelli di intervento su gruppi di carcerati in funzione dell'attenuazione del disagio e del recupero.
Psicologia scolastica: Lo psicologo all’interno degli istituti scolastici, oltre a fornire uno sportello di ascolto per gli studenti, può essere di aiuto agli insegnanti nella gestione del gruppo-classe e delle relazioni tra pari. Contribuisce all’inserimento delle persone svantaggiate.
Psicologia di comunità: Lo psicologo di comunità si pone l’obiettivo di facilitare l’integrazione e la partecipazione sociale di varie categorie di cittadini, valutando l’adattamento di un individuo al gruppo o alla comunità di cui fa parte, analizzando le dinamiche ed i conflitti e progettando interventi di mediazione e risoluzione.
Per finire… Lo psicologo opera in molti altri settori, anche in ottica interdisciplinare (marketing e ricerca sociale, pubblicità, design e usabilità di oggetti ed interfacce, analisi dell’errore umano, prevenzione e promozione della salute, valutazione, riabilitazione e integrazione dei soggetti diversamente abili, consulenza peritale, mediazione familiare, orientamento scolastico e professionale).
Ecco una selezione di domande interessanti riguardanti la professione di psicologo:
Come si diventa psicologo?
Cosa può fare lo psicologo?
Chi è lo psicoterapeuta?
Che differenza c'è tra psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista e psichiatra?
A cosa fare attenzione in particolare quando ci si reca da uno psicologo?
Lo psicologo collabora con altri professionisti?
Come si diventa psicologo?
Per diventare Psicologo in Italia è necessario :
· laurearsi in Psicologia (laurea magistrale di 5 anni o laurea specialistica 3+2),
· frequentare un tirocinio post-lauream
· sostenere un Esame di Stato
· iscriversi all'Albo professionale di una Regione italiana
Senza l'iscrizione all'Albo - Sez. A - non si è Psicologi, ma soltanto dottori in Psicologia.
Attualmente esiste anche una Sezione B dell’Albo, a cui accedono i laureati triennalisti (quindi i dottori in Tecniche Psicologiche, e non i dottori in Psicologia) che sostengano l’esame di Stato corrispondente, e che diventano quindi "dottori in tecniche psicologiche per i contesti sociali, organizzativi e del lavoro" o "dottori in tecniche psicologiche per i servizi alla persona e alla comunità".
I laureati in Psicologia non cittadini italiani o con laurea conseguita all'Estero, possono esercitare la professione se regolarmente iscritti all'Albo degli Psicologi in Italia, in seguito all’approvazione della richiesta di trasferimento.
L'iscrizione all’Albo è la condizione necessaria per poter lavorare ed esercitare l'attività.
Cosa può fare lo psicologo?L’ordinamento della professione dello psicologo viene stabilito dalla Legge 56 del 1989, che all’Art.1 esplicita:
"La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito."
Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001 è il regolamento che modifica e integra la disciplina dell'ordinamento della professione, stabiendo in particolare all’art. 51:
1. Formano oggetto dell'attivita' professionale degli iscritti nella sezione [...] le attività che implicano l'uso di metodologie innovative o sperimentali, quali:
a) l'uso di strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione,riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità;
b) le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito;
c) il coordinamento e la supervisione dell'attivita' degli psicologi juniores.
2. Formano oggetto dell'attività' professionale degli iscritti nella sezione B [...] le attività di natura tecnico-operativa in campo psicologico nei riguardi di persone, gruppi, organismi sociali e comunità, da svolgere alle dipendenze di soggetti pubblici e privati e di organizzazioni del terzo settore o come libero professionista. In particolare lo psicologo junior:
a) partecipa alla programmazione e alla verifica di interventi psicologici e psicosociali;
b) realizza interventi psico-educativi volti a promuovere il pieno sviluppo di potenzialità di crescita personale, di inserimento e di partecipazione sociale;
c) utilizza il colloquio, le interviste, l'osservazione, i test psicologici e altri strumenti di analisi, ai fini della valutazione del comportamento, della personalità, dei processi cognitivi e diinterazione sociale, delle opinioni e degli atteggiamenti, dell'idoneità' psicologica a specifici compiti e condizioni;
d) utilizza con persone disabili strumenti psicologici per sviluppare o recuperare competenze funzionali di tipo cognitivo, pratico, emotivo e relazionale, per arrestare la regressione funzionale in caso di malattie croniche, per reperire formule facilitanti alternative;
e) utilizza strumenti psicologici per l'orientamento scolastico-professionale, la gestione e lo sviluppo delle risorse umane;
f) utilizza strumenti psicologici ed ergonomici per rendere più efficace e sicuro l'operare con strumenti, il comportamento lavorativo e nel traffico, per realizzare interventi preventivi e formativi sulle tematiche della sicurezza con individui, gruppi e comunità, per modificare e migliorare il comportamento in situazione di persone o gruppi a rischio;
g) cura la raccolta, il caricamento e l'elaborazione statistica di dati psicologici ai fini di ricerca.
Lo psicologo abilitato non è automaticamente uno psicoterapeuta, e dunque non può fare psicoterapia. Per svolgere la professione di psicoterapeuta lo psicologo deve effettuare una scuola di psicoterapia della durata quadriennale che abiliti all’esercizio della psicoterapia oppure conseguire la specializzazione universitaria in Psicologia Clinica.
Chi è lo psicoterapeuta
La Legge 56/89 regola l'esercizio dell'attività psicoterapeutica, riservata psicologi o medici, come richiesto dall'art. 3: "L'esercizio dell'attività psicoterapeutica è subordinato ad una specifica formazione professionale, da acquisirsi, dopo il conseguimento della laurea in psicologia o in medicina e chirurgia, mediante corsi di specializzazione almeno quadriennali che prevedano adeguata formazione e addestramento in psicoterapia, attivati ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1982, n. 162, presso scuole di specializzazione universitaria o presso istituti a tal fine riconosciuti con le procedure di cui all'articolo 3 del citato decreto del Presidente della Repubblica. Agli psicoterapeuti non medici è vietato ogni intervento di competenza esclusiva della professione medica."
Lo psicoterapeuta è uno psicologo (o un medico) che, in seguito all'iscrizione al proprio Albo professionale, ha frequentato una scuola di specializzazione post universitaria di almeno 4 anni. Le scuole di specializzazione quadriennali sono prevalentemente private, e per far conseguire un titolo valido devono essere riconosciute dal M.U.R.S.T. (Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica). Dal terzo anno di specializzazione, il professionista è abilitato alla psicoterapia in supervisione, ma per poter esercitare la propria professionalità al termine della specializzazione dovrà essere necessariamente iscritto nell'Elenco degli Psicoterapeuti del proprio Ordine regionale di appartenenza.
Data la diversità delle varie scuole, si possono incontrare professionisti la cui metodologia di lavoro sembra discostarsi molto da quella di altri colleghi, e spesso anche dallo stereotipo popolare riguardante questa professione (classicamente, ad esempio, il cliente sdraiato sul lettino). La differenza tra gli approcci è dovuta all’utilizzo di differenti modelli per rappresentare il funzionamento della psiche umana, e l'appartenenza a un determinato orientamento comporta una precisa metodologia clinica. La comprensione della presunta "superiorità" di un approccio rispetto ad altri risulta molto difficile, proprio per il divario nella determinazione degli obiettivi, nella messa in pratica dei rispettivi aspeti tecnici e nella considerazione degli indici di miglioramento.
E' importante tuttavia essere a conoscenza del fatto che esistono alcuni elementi presenti trasversalmente tra i vari orientamenti psicoterapeutici: quello fondamentale si riferisce alla relazione che si instaura tra il terapeuta e il cliente. Ecco perchè i primi colloqui di consultazione sono importanti per la persona stessa, che possa darsi del tempo per sentire se ci sia o meno la necessaria sintonia con il terapeuta, che possa poi agevolare la costruzione di una valida alleanza di lavoro. A riguardo consulta l'articolo "Domande sullo psicologo".
Salvo per alcuni indirizzi teorici, il terapeuta ha sperimentato la posizione di paziente in terapia, sottoponendosi ad una propria analisi personale.
Lo psicologo psicoterapeuta non può prescrivere farmaci in quanto non abilitato dalla sua formazione professionale; il medico psicoterapeuta, in quanto medico, ha invece questa competenza e idoneità.
Che differenza c'è tra psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista e psichiatra?
Lo psicologo è un professionista che, dopo la Laurea in Psicologia, ha svolto un tirocinio e superato l'esame di Stato, iscrivendosi in seguito all'Albo Professionale (senza l'iscrizione all'Albo si è solo "dottore in psicologia").
Lo psicologo può fare diagnosi, valutazioni, interventi di prevenzione, ma non cura. L'unica eccezione è costituita dagli specializzandi in psicoterapia, i quali a partire dal terzo anno di frequenza, pur non avendo ancora ufficialmente il titolo, possono praticare, purché supportati da supervisori della scuola frequentata.
Lo psicoterapeuta è un professionista che ha proseguito il percorso di formazione, di cui l'Ordine ha riconosciuto la validità iscrivendolo all'Elenco degli psicoterapeuti.
E' colui che lavora per eliminare il sintomo, la patologia, il disagio e aiutare la persona a muoversi verso una condizione di benessere, di maggior consapevolezza.
Non utilizza farmaci per lavorare con i pazienti, anche se nei casi di necessità può avvalersi della collaborazione di uno psichiatra che si occupi in maniera specifica della terapia farmacologica.
Lo psicoanalista è un professionista che ha seguito una formazione analitica, freudiana o post freudiana (classicamente lavora col lettino). Il suo è un lavoro "del profondo", perchè non si limita alla cura dei sintomi, ma finalizza l'esplorazione dell'inconscio ad un maggiore adattamento al presente e ad una migliore conoscenza di sé.
Lo psichiatra è un medico – laureato quindi presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia – che ha conseguito una specializzazione in psichiatria.
Si occupa della prevenzione, della cura e della riabilitazione dei disturbi mentali, servendosi di quei metodi, tecniche e strumenti di tipo fisico e farmaceutico, che sono propri della psichiatria.
A cosa fare attenzione in particolareAlcune delle espressioni qui citate sono semplificazioni tratte dalla legge che sancisce l’ordinamento della professione dello psicologo (L. 56 del 1989) o dal Codice Deontologico degli Psicologi Italiani (facilmente reperibile anche online).
In generale è prassi comune di uno psicologo efficiente quella – ove ce ne sia bisogno – dicollaborare a vari livelli con una serie di altri professionisti che gravitano attorno al cliente/paziente, ciascuno affrontandone evidentemente la varie problematiche da diverse angolazioni.
A livello clinico, spesso una stessa patologia o stato di disagio, può essere seguita da più specialisti in contemporanea, e ciascuno affronterà le questioni attinenti alla propria specializzazione. Ad esempio lo psicologo può collaborare con lo psichiatra che segue le prescrizioni farmacologiche di un paziente gravemente depresso, l’endocrinologo che monitora la situazione ormonale di una paziente anoressica, il ginecologo che ha in carico una paziente per una procreazione assistita, il pediatra di base di un bambino enuretico, etc.;
A livello non medico, lo psicologo può collaborare anche con l’avvocato, nel caso ad esempio di separazioni conflittuali - che possono in alcuni casi coinvolgere anche la presenza di figli minorenni -, o di Consulenze Tecniche di Parte.
Lavorando con i bambini, inoltre, spesso lo psicologo svolge colloqui di rete con le insegnanti (ovviamente previo consenso dei genitori), così da conseguire il duplice scopo di ottenere informazioni eventualmente utili riguardanti il funzionamento del bambino nel suo ambiente quotidiano, e da fornire inoltre agli insegnanti eventuali chiavi di lettura o suggerimenti fruttuosi per interagire con lui.
Chi è lo psicologo?
Lo psicologo è un laureato in psicologia che dopo aver svolto un anno di tirocinio e il relativo esame di stato per l'abilitazione professionale è iscritto alla sezione A dell'Albo professionale, ai sensi dell'art. 7 della Legge 18 febbraio 1989, n. 56.
Secondo l'articolo 1 della Legge n. 56 del 1989 sull'Ordinamento della professione di Psicologo, "[...]l'attività dello psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito." (il testo completo del "Codice Deontologico degli Psicologi Italiani è visionabile sul Sito dell'Ordine degli Psicologi.
Quindi lo psicologo è un professionista la cui attività mira al bene del singolo o della comunità.
È utile rivolgersi allo psicologo per essere aiutati a prevenire, lenire e curare, se possibile, un disagio, un malessere che procura sofferenza psichica e/o fisica.
La vita moderna ha assunto ritmi che portano spesso le persone ad accumulare livelli di stress elevati; in momenti di particolare difficoltà le risorse di una persona possono essere insufficienti a fronteggiare la situazione. Possono allora sorgere sofferenze quali depressione, ansia, attacchi di panico; problemi questi che sono spesso la punta di un iceberg la cui base sono i tanti piccoli eventi di vita stressanti e/o traumatici che accumulandosi sono infine esplosi.
Lo psicologo, con colloqui di valutazione e di supporto, aiuta la persona a superare queste sofferenze o ad alleviarle per tornare ad avere una vita soddisfacente.
Credo sia importante sfatare alcuni miti sulla figura dello psicologo.
Un pregiudizio molto diffuso è l'idea che se una persona si rivolge ad uno psicologo significa che sia un "pazzo" o che stia per diventarlo! Purtroppo la nostra società ci ha abituati a modelli di riferimento che trasmettono i valori dell'autocontrollo, della forza di carattere e soprattutto della persona forte e risoluta che non ha il controllo della sua vita e che non ha bisogno dell'aiuto di nessuno. Inoltre siamo anche stati abituati a non rivelare i nostri sentimenti, specialmente quelli che ci fanno soffrire, per non apparire dei deboli o delle vittime. Tante persone ancora condizionate da questi pregiudizi trascurano il proprio benessere psicologico rischiando di aggravare ancora di più la situazione; basti come esempio il fatto che ogni giorno in TV apprendiamo di terribili tragedie consumate da persone che troppo a lungo forse sono state lasciate sole a se stesse. Cercare l'aiuto di un professionista è invece sinonimo di forza di volontà, di voglia di vivere la vita e di viverla al meglio.
Lo psicologo non da consigli: aiuta il paziente a valutare quale soluzione è la più adatta per il suo caso.
Lo psicologo non cerca di risolvere tutti i problemi del suo paziente: aiuta il paziente ad attivare le sue risorse interiori per risolvere i problemi o cerca di svilupparne altre e nel caso questo non sia possibile, lo aiuta ad accettare le cose che non si possono cambiare.
Lo psicologo non da farmaci.
I farmaci sono "esclusiva" competenza del medico, quindi un laureato in medicina; in caso di "grave" e/o invalidante disagio psichico ci si può rivolgere ad uno Psichiatra, ovvero un laureato in medicina che ha conseguito una ulteriore specializzazione in psichiatria (dal greco psychè = spirito, anima e iatros che significa medico. Letteralmente "medicina dell'anima").
Un altro mito da sfatare è che uno psicologo sappia cosa passa nella mente delle persone o che capisca tutto di una persona semplicemente guardandola. Mi capita spesso di sentirmi dire da una persona appena conosciuta alla quale dico di essere uno psicologo una classica frase: " ah sei uno psicologo!allora devo stare attento a cosa dico e a come mi muovo!" La mia risposta ormai classica è:"Dammi un attimo che vado a prendere la sfera di cristallo così da capire subito chi sei" Gli esseri umani sono unici, irripetibili e meravigliosamente complicati nella complessità dei loro pensieri ed emozioni; solo noi sappiamo (e nemmeno completamente!) chi siamo, cosa pensiamo e quali sentimenti proviamo. Lo psicologo è un essere umano proprio come coloro cui offre i propri servizi. Conoscerà solo ciò che la persona vorrà fargli conoscere. Non sa leggere nei pensieri, non giudica dalle apparenze (consapevole della diversità degli esseri umani)e soprattutto non ha poteri magici che gli permettano di risolvere con qualche formula i problemi della gente.
Spesso le persone si rivolgono ad uno psicologo chiedendogli di risolvere il loro problema. Come già detto lo psicologo non possiede formule magiche per risolvere i problemi. Può invece aiutare la persona a vedere soluzioni ai problemi che da sola non è riuscita a vedere e cercare insieme ad un professionista soluzioni ai problemi efficaci.
Il rapporto che si crea fra lo psicologo e l'utente è una relazione in cui ogni membro da il suo contributo; lo psicologo mette a disposizione competenze teoriche e tecniche, insegna al paziente tecniche per gestire determinate problematiche, gli offre comprensione empatica, non lo giudica ma lo accetta per quello che è; al paziente spetta il compito più impegnativo: usare gli strumenti forniti dallo psicologo per vivere al meglio la propria vita!
L'individuo non sempre si prende cura della propria salute psicologica tanto quanto fa con la sua salute fisica.
Tra l'altro esiste ancora in molti la diffida nei confronti dell'esperto in salute psicologica, percepito e considerato, per scarsa conoscenza in materia, il "medico dei matti".
In realtà andare dallo Psicologo non vuole assolutamente significare essere "svitati", o "diversi", ma, al contrario, significa prendersi cura della propria salute mentale, la quale va di pari passo con la propria salute fisica e con il benessere generale.
In tal modo migliorando e ristabilendo l'equilibrio e lo stato psicologico si migliora notevolmente, in modo direttamente proporzionale, la qualità della propria esistenza in tutti i suoi vari aspetti.
Un supporto psicologico può essere utile:
-per una crisi temporanea,
-per favorire una crescita interiore personale,
-per delle esigenze di comprensione e/o di orientamento,
-per raggiungere una maggiore e migliore consapevolezza di sé, degli altri e delle proprie sfere vitali (familiare, sentimentale, sociale, lavorativa, scolastica),
-per dipanare e risollevare dinamiche e difficoltà affettive, sociali, familiari, relazionali, scolastiche, lavorative,
-per ritrovare la serenità e la felicità,
-per uscire da situazioni di stallo e/o blocco,
-per liberarsi da eccesso di ansia, stress, impulsi, pensieri, paure, difficoltà, etc.,
-per ristabilire equilibrio e giusto livello di umore e di autostima,
-per rimodulare e migliorare il proprio carattere e la propria personalità,
-per uscire gradualmente da abusi e dipendenze.
Un qualsiasi mutamento o evento nella propria esistenza, come cambiare lavoro, sposarsi, crescere, avere dei figli, superare degli esami, etc., può risultare di difficile elaborazione e superamento.
Così come anche un trauma come ad esempio un lutto, un incidente, la rottura di una relazione, il declino di un progetto lavorativo, la fine di una amicizia, etc. risultano, per così dire, di difficile personale "metabolizzazione" psicologica.
In tal caso un supporto psicologico può risultare un positivo e benefico aiuto, sostenendo la persona attraverso il disagio interno fino alla sua attenuazione e/o scomparsa. Esso può essere utile per migliorare e capire la propria parte interna ritrovando un giusto equilibrio in essa e con il mondo esterno.
Un aiuto psicologico porta a comprendere, riattivare e rinsaldare le proprie energie, capacità, soluzioni e motivazioni interne, permettendo in tal modo il superamento di blocchi ed ostacoli psichici.
Un supporto psicologico da parte di uno specialista della salute mentale può anche essere utile per creare uno spazio diverso da quelli abituali della vita di tutti i giorni, dove finalmente confidarsi e confrontarsi, e nel quale ritrovare punti di riferimento e risposte.
E' consigliabile e propositivo rivolgersi ad uno Psicologo quando un problema psicologico tende ad aumentare di intensità e frequenza, cronicizzando ed invadendo in modo disfunzionale tutte le varie sfere vitali, ma anche quando vi sono solo incertezze, dubbi, domande, etc. di natura psicologica che innescano medio-lievi sintomi psichici e che rendono problematiche le emozioni, le relazioni, il contesto affettivo, lavorativo, scolastico o familiare, etc.
Andare da uno Psicologo non significa, quindi, solo avere un problema psicologico; si può infatti usufruire della sua preparazione ed esperienza anche quando si cerca un parere di un esperto della psiche umana, quando si desidera informazioni e chiarimenti su tematiche di natura psicologica, quando si desidera guardarsi e capirsi dentro e/o quando si vuole un check-up sul proprio stato psichico.
Andare da uno Psicologo non significa inoltre una serie di incontri durante tanti giorni a settimana per molti mesi o anni; infatti molto spesso sono sufficienti poche sedute per arrivare agli obbiettivi descritti nelle righe precedenti.
E' altresì importante sapere e ricordare che l'onorario dello Psicologo non è altissimo e rigido, vi è infatti un Tariffario prestabilito dall'Ordine degli Psicologi Nazionale con cifre minime e massime, e dunque il professionista può stabilire le tariffe in base alla situazione del paziente e alla sua volontà. Dunque possono esserci differenze anche marcate tra uno Psicologo ed un altro, accentuate dal fatto che recenti leggi hanno tolto l'obbligo di tariffe minime (sempre nel rispetto dei Codici Professionali).
In sé per sé i sintomi psicologici non sono patologici e patologizzanti, anzi sono utili reazioni di allerta verso ciò che succede intorno e verso le ardue prove che la vita riserva ad ognuno. Se però essi aumentano progressivamente di intensità e frequenza, persistendo troppo a lungo nel tempo e incidendo negativamente nella vita della persona, occorrerebbe porre attenzione e rimedio a tali dinamiche in modo specifico con il supporto di uno Psicologo.
Senza inutile vergogna o negazione del problema sarebbe bene allora cercare e consultare uno specialista della psicologia come lo Psicologo; ciò non significherebbe certo essere bizzarri, matti o diversi, ma avrebbe solo e soltanto il significato intelligente di prendersi o riprendersi cura della propria salute e del proprio benessere psico-fisico, con una azione oculata, responsabile e risolutiva.
L'esistenza e l'iscrizione all' Ordine degli Psicologi garantisce che lo Psicologo sia laureato, abbia superato un esame di stato, abbia seguito un idoneo percorso formativo e risponda, attraverso l'Ordine, della qualità e della correttezza della sua prestazione professionale.
Lo Psicologo opera sia in ambito Pubblico (Sanità, Difesa, Giustizia, Enti Locali, Istruzione), che Privato (Aziende, Società Sportive, Società di Ricerca) in regime sia libero professionale che dipendente.
A differenza della stereotipata immagine di "strizzacervelli", lo Psicologo si occupa più in generale della salute dell'individuo, della coppia, della famiglia, delle organizzazioni, lavorando in termini di attivazione delle risorse, sviluppo delle potenzialità, prevenzione del disagio.
La professione di Psicologo e le prestazioni ad essa ricondotte sono indissolubilmente legate al diritto alla salute, che l'articolo 32 della Costituzione definisce come un diritto dell'individuo e un interesse della collettività
L'ordine garantisce che l'utente si relazioni con un professionista competente, aggiornato e che segue regole deontologiche ben precise.
La tutela dell'utenza è strettamente collegata alla salvaguardia dello specifico professionale, in tutti i suoi segmenti dalla formazione di base alla prassi operativa, e dal mandato sociale che da tale specifico deriva.
Il riservare certi atti ad una categoria professionale, perchè solo questa dispone delle conoscenze e competenze specifiche per esercitarli, è in primo luogo sancito a tutela dell'utente.
(Tratto da "Repubblica" del 01-04-2007)
Il ricorso alla consulenza, all'aiuto e al supporto dello Psicologo si sta sempre più diffondendo in modo graduale e costante. Nonostante ciò però, certe volte, permangono ancora dubbi di vario genere su tale figura professionale.
Per cercare di fare chiarezza si può affermare che lo Psicologo è, in breve, un dottore specialista della parte psichica dell'essere umano. In specifico egli si occupa di: prevenzione, diagnosi, abilitazione, riabilitazione e sostegno del disagio psichico e della promozione del benessere psicologico.
Tutto questo attraverso specifiche e comprovate strategie e tecniche di colloquio, ascolto, osservazione, comunicazione, empatia e mediante appositi e validati test di tipo psicosometrico.
L'intervento dello Psicologo non è assolutamente simile, e non può in alcun modo essere sostituito, da quello di un amico, di un familiare, di un sacerdote, di una guida spirituale, di un mago, etc., in quanto solo e soltanto egli possiede specifici strumenti professionali, conoscenze verificate e scientificamente validate, esperienza ed oggettività riguardo alle molteplici e delicate problematiche psicologiche.
La figura dello Psicologo non è neanche paragonabile a quelle dell'educatore, del coach, del counselor, etc., disponendo rispetto ad esse specifica preparazione circa problemi e disturbi psicologici; infatti solo a lui sono consentiti interventi di prevenzione, diagnosi, abilitazione, riabilitazione e sostegno in ambito psicologico.
Vi sono poi specifiche leggi che delineano l'intervento dello Psicologo e confermano ulteriormente, anche da un punto di vista legislativo, quanto scritto sopra.
Secondo la direttiva generale 89/48/CEE l'attività dello Psicologo consiste nell' "uso di strumenti conoscitivi e di interventi per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e dibattito in tale ambito" (art. 1, legge n. 56 del 1989).
Dunque, come già accennato, lo Psicologo è un professionista che si occupa della salute mentale dell'individuo; inoltre egli si avvale di metodiche proprie delle discipline psicologiche con l'intento di agevolare il miglioramento di disagi psicologici.
Lo Psicologo è laureato in Psicologia (secondo il percorso di laurea quinquennale / 5 anni) e successivamente ha passato un Esame di Stato per essere abilitato allo svolgimento della sua professione. Inoltre egli è presente, e deve essere necessariamente iscritto, in uno degli Ordini Regionali degli Psicologi presenti in Italia.
Lo Psicologo è in grado di intervenire su sintomi mentali specifici, problematiche affettive, relazionali e sociali, sia in età evolutiva (infanzia e adolescenza) sia in età adulta (a livello individuale, di coppia, della famiglia o di gruppo). Il suo supporto può dunque rivolgersi non solo all'individuo, ma anche a famiglie, coppie, gruppi e a ulteriori contesti sociali e lavorativi come aziende, strutture ospedaliere e assistenziali, scuole, carceri, comunità, etc.
Gli interventi dello Psicologo sono molti e tra di essi si possono annoverare:
Consulenza psicologica Valutazione psicodiagnostica Sostegno psicologico Counseling psicologico Abilitazione e riabilitazione psicologica Psicologia dell'infanzia e dell'adolescenza Psicologia dell'età adulta Psicologia della coppia Psicologia di gruppo Psicologia della famiglia Mediazione familiare Training autogeno Psicologia delle dipendenze Psicologia dello sport Psicologia scolastica Psicologia di comunità Psicologia penitenziaria Psicologia del lavoro Programmazione neurolinguistica Selezione e gestione del personale Analisi e gestione delle risorse umaneLo Psicologo, al contrario di leggendarie convinzioni, svolge la sua professione con il paziente in modo proattivo, circolare e deontologico; ovvero interagendo con la persona in modo paritario e dinamico. Inoltre egli rispetta moralmente e professionalmente la persona anche attraverso la conoscenza e l'applicazione del suo Codice Deontologico professionale.
In tal modo, sempre al contrario di quanto alcuni pensano, l'intervento dello Psicologo non è con il paziente sdraiato su un lettino che parla a "ruota libera", non dura anni, e le sedute non hanno solitamente una frequenza alta. Infatti oggigiorno molto spesso bastano pochi incontri per ristabilire il benessere interiore.
Lo Psicologo riesce ad empatizzare con i vissuti del paziente, sa valutarli in profondità alla ricerca delle cause alla base del disagio psichico, ed infine sa incentivare maggiori consapevolezze che possano portare ad un cambiamento o ad una presa di coscienza benefici.
La condivisione e l'esplorazione, con un professionista come lo Psicologo, della propria emotività, del proprio stato d'animo, dei propri vissuti, delle proprie ansie, paure, pensieri e così via, porta alla conquista di nuovi strumenti psichici, emotivi, sociali, relazionali, etc. per far fronte alle diverse problematiche mentali e vitali positivamente.
Il lavoro dello Psicologo consiste nel comprendere ed accogliere domande, sofferenze, incomprensioni, disagi, ricordi, blocchi, aiutando la persona ad acquisire maggiore consapevolezza, ordine, forza, strategia, motivazione nelle piccole, medie o grandi difficoltà psicologiche.
E' di molti la convinzione che andare da uno Psicologo porti alla conseguenza di sentirsi, di esser visti dagli altri, e di essere in concreto, pazzi o comunque menomati e/o diversi dalle altre persone. In realtà le dinamiche psicologiche sono presenti in tutti quanti ed hanno una loro fondamentale utilità di protezione, allerta, rapporto con l'esterno, collegamento con la propria parte interna, etc.
In altre parole alcune volte può verificarsi il fatto che, in persone maggiormente sensibili ed esposte e/o in particolari momenti della vita, certe dinamiche psichiche possono aumentare la loro frequenza e presenza nei vari contesti della persona, rendendo necessario il ristabilirsi della situazione precedente a tale fenomeno.
Si rende allora necessario l'aiuto ed il supporto di uno Psicologo, che magari in breve e senza enormi sforzi, riesce a far tornare funzionale, normale e in equilibrio la salute della parte mentale dell'individuo.
E' quindi propositivo l'appoggio di uno Psicologo quando un problema di tipo psicologico ingrandisce di intensità e di frequenza, pervadendo in modo patologico tutte le varie sfere vitali; ma il suo intervento è molto utile anche quando vi sono solo dubbi, domande, incertezze, blocchi, etc. di natura psicologica che generano piccole conseguenze psicologiche e che problematizzano relazioni, emozioni, contesti familiari, affettivi, sociali, scolastici, lavorativi, etc.
Consultare uno Psicologo non significa allora solo e soltanto avere un problema psicologico; si può infatti ricercare ed utilizzare la sua preparazione anche quando si ricerca un parere di un esperto o quando si vuole informazioni e chiarimenti su temi di tipo psicologico o ancora quando si desidera capirsi in senso interiore o quando si desidera una valutazione sul proprio stato psicologico.
In conclusione per quanto detto, il supporto di uno Psicologo è, al giorno d'oggi, una delle migliori risorse disponibili per ristabilire e mantenere la propria fondamentale salute psicologica e sarebbe superficiale e sciocco ignorare tale grande possibilità.
Ravenna è la città degli psicologi. Ravenna è piena di psicologi e di persone che vorrebbero fare lo psicologo. Ravenna è anche una città d'arte. I mosaici di Ravenna sono famosi in tutto il mondo. Forse qualcuno ricorda che Ravenna è stata capitale dell'Impero Romano. Ha ospitato Dante, dato rifugio ad Anita e Giuseppe Garibaldi. Ma Ravenna non è solo arte e cultura. Ravenna è anche divertimento. La spiaggia di Marina di Ravenna è sinonimo di festa. Nei pressi di Ravenna c'è il parco giochi di Mirabilandia.
Ravenna è una città a misura d'uomo, ma per essere una città di provincia è in grado di offrire numerose attrattive.
Il verde pubblico non è tantissimo all'interno della città di Ravenna, ma basta fare qualche chilometro fuori dalla città di Ravenna per immergersi nella famosa pineta di Ravenna.
Salute a tutti voi.
Questa potrebbe sembrare una domanda stupida, forse strana o senza senso. Ma come descrivereste voi (psicologi), nel concreto, il lavoro dello psicologo?
In cosa consiste il lavoro dello psicologo? Non intendo in termini teorici, ma in termini pratici. Il lavoro dello psicologo consiste solo nell'ascoltare? Se la risposta è no - come immagino - quali sono gli strumenti a disposizione dello psicologo e come vengono adoperati IN CONCRETO durante la seduta con il paziente?
Mi pare legittimo spiegare le ragioni di questo mio interesse. Semplice: nessuno psicologo è in grado o vuole rispondere a questa mia domanda (ah io sarei un paziente, dimenticavo!). Ne consegue una totale sfiducia nei confronti dello psicologo stesso che ai miei occhi appare come una creatura dalla personalità indefinita, dalla testa vuota (perchè non esprime idee proprie) e incapace di interagire o che al massimo ripete quello che io stesso gli ho detto (tipo gli indovini, per intenderci).
Nel concreto da otto mesi vedo una psicologa e non riesco a venirne a capo. Ne parlavamo negli ultimi due incontri ma non se ne cava un ragno dal buco: in cosa consiste il lavoro dello psicologo? Certo ci siamo trovati d'accordo nel sostenere che già ritrovarsi a dover rispettare l'impegno di andare dallo psicologo in qualche misura comporta una serie di cose. Certo. E poi?
La mia sensazione e che nemmeno gli psicologi lo sappiano; la butto là in modo forse provocatorio ma francamente, considerata la totale mancanza di reazione alle mie richieste nel corso dei secoli, è l'unica cosa che mi viene in mente. L'unica cosa che posso dire è che durante questa esperienza, una delle esperienze più lunghe che ho avuto con una psicologa, l'unico segnale positivo che ho potuto notare è che c'è da parte sua un tentativo per "vie traverse" di "comunicare" con me, di affrontare i SUOI dubbi (anche se lei non ne è consapevole perchè è troppo concentrata a rimanere neutrale e distaccata) e questo la rende più comprensibile e identificabile come persona. Altrimenti la seduta funziona che io parlo e lei ascolta. Dice due parole e io parlo. Fà delle osservazioni che potrebbe fare chiunque e io parlo. Ma il punto è che posso farmele anche da solo quelle domande e darmi le risposte... Cioè se questa è la psicoterapia io sono andato ben oltre: faccio un salto dall'altra parte della scrivania e mi metto a scrivere libri a manetta e finalmente ho trovato un lavoro semplice e poco faticoso. E' questa la psicoterapia?
E' chiaro che determinati atteggiamenti sono riconducibili al fatto che lo psicologo nel rapporto con il paziente non può metterci troppa farina del suo sacco (il sacco dell'anima, intendo... anche se non ho capito perchè viste le ragioni di cui sopra e visto che secondo me se una persona non si espone non c'è contatto, se non c'è contatto non c'è relazione, se non c'è relazione non c'è fiducia, sfiducia, simpatia, antipatia, stima o quantaltro) ma, mi chiedo, è normale che uno psicologo sia talmente distaccato da sembrare poco intelligente - diciamo -, assente o, meglio ancora superfluo?
In sostanza, qual è la differenza tra parlare con uno psicologo, con un buon amico o ragionare da soli o magari con il proprio gatto? Se il decalogo dello psicologo ci dice che lo psicologo non può essere amico del paziente perchè con un amico non si fà psicoterapia allora ne deduco che nel rapporto psicologo-paziente dovrebbero essere evidenti determinati elementi che invece dovrebbero mancare nel rapporto che il soggetto ha in altri contesti con altre persone. E quali sono questi elementi (cioè la "manifestazione" concreta del lavoro di psicoterapia)? Perchè io, francamente, non li vedo! Vedo solo una persona seduta davanti a me e il non capire in cosa consiste il lavoro dello psicologo non mi fà capire chi sono io, come paziente, in una certa misura mi deprime a livello intellettuale.
Ci sono tante materie della psicologia che portano a tanti mestieri dello psicologo come ad esempio:
psicologo del lavoro (esempio di lavoro: individua il tipo di personalità migliore per un determinato tipo di lavoro)
psicologo sociale (esempio di lavoro: individua quali sono i cambiamenti di una campagna pubblicitaria sugli atteggiamenti del pubblico dopo l'esposizione alla stessa).
Lo psicologo che frequenti tu è invece sicuramente uno psicologo clinico. Quindi la domanda corretta che fai tu è: quali sono le differenze tra uno psicologo clinico e un buon amico?
Allora… compito dello psicologo clinico è innanzitutto fare una diagnosi di quale (o quali ) disturbo tu soffri (ammesso che ne soffri di qualcuno). E ti dico che ci sono dei criteri internazionali sui quali tutti gli psicologi si dovrebbero basare per stabilire se una persona è ad esempio depressa, ansiosa, soffre di un disturbo unipolare a o bipolare eccetera (1° differenza con un amico)
Dopo la diagnosi dovrebbe procedere alla “terapia” per farti guarire cioè alla psicoterapia.
Come? Apriti cielo!
Ci sono una infinità di orientamenti terapeutici e nessuno di questi è scientifico nel senso tradizionale del termine. Cioè nessuno garantisce che dato il paziente che soffre del disturbo x applicando il trattamento y otterrai il risultato z. Assolutamente no.
Alcuni sono scientifici invece nel senso statistico del termine: ovvero dato il disturbo x applicando il trattamento y è successo spesso il risultato circa z positivo. Cioè si sono fatte delle ricerche statistiche sul successo di determinate forme di psicoterapia nel trattare un determinato problema psichico. (2° differenza con un amico)
Uno psicologo clinico inoltre conosce tutti i disturbi somatici che potresti avere se continui a soffrire di quel determinato disturbo psicologico nel tempo (fai ad esempio delle ricerche su google per ansia stress depressione eccettera… ad esempio chi soffre di stress ha statisticamente più possibilità di avere l’ulcera allo stomaco lo sapevi?) e anche tutte le malattie organiche che possono influire nei disturbi psichici, ad esempio problemi alla tiroide possono portare alla depressione. (3° differenza con un amico)
Ora qui io voglio dire una cosa che credo sarà contraddetta da molte persone in questo forum ma allo stato attuale delle mie conosce (ripeto sono un laureato triennale) è la mia personale opinione.
Le differenze più importanti con un amico secondo me sono la 1° e la 3° non la 2°.
Perché è vero che uno psicologo clinico/psicoterapeuta è abituato a sentire i problemi delle persone perché lo fa per lavoro. E’ vero che conosce (o dovrebbe conoscere ) le forme di psicoterapia migliore per risolvere un determinato tipo di problema come detto prima, però altrettanto vero che anche un amico, un prete, una ragazza, lo zio tom, un professore, una figura di stima potrebbe guarirti.
Ora prima che per questa mia dichiarazione si scatenino delle polemiche vorrei fare un ulteriore precisazione.
Come detto prima di psicoterapia c’è né sono tante.
Uno psicologo/psicoterapeuta comportamentale è a conoscenza di tutti questi esercizi e nel caso te li fa applicare. Ora qui ci sarebbe un discorso lunghissimo da fare, ma ti posso dire che anche se è un tipo di terapia che non agisce direttamente sulla causa del problema non è detto che non faccia sparire la causa stessa oltre che le manifestazioni.
Ora veniamo invece ad uno psicologo/psicoterapeuta che vuole ristrutturare le tue credenze. E questo credo sia il caso tuo. Questo tipo di psicologo ha studiato per anni le dinamiche mentali interne di un individuo e i metodi per potenziarle!
Cercherà di capirle, ti ascolterà a lungo, e al momento opportuno ti dirà delle cose per cercare di fartele affrontare al meglio, per cercare di farti trovare al tuo interno le risorse migliore per sconfiggerle definitivamente. Ha studiato per anni per fare questo e sono anni che ascolta la gente. Ma siamo tutti individui unici e irripetibili e le nostre interazioni sono altrettanto irripetibili.
Uno psicologo (inteso terapeuta dinamico) che non va bene per te potrebbe andare bene per un altro e viceversa. E non è neanche detto che sia uno psicologo quello che ti potrà far “guarire” e non invece magari un monaco tibetano o uno scrittore. Il mio professore si storia della psicologia considerava il più grande psicologo di tutti i tempi (però ripeto nel senso dinamico come appena definito) William Shakespeare! “Solo” al secondo posto metteva Carl Rogers psicologo americano . Magari (e dico magari, nessuno di noi qui ha la possibilità ovviamente di saperlo) il tuo psicologo se né anche accorto che non potrà farti guarire, ma lui è una persona come tutti gli altri e alla fine per campare ha anche lui bisogno di soldi quindi fino a quando non te né andarti tu certo lui non ti dirà di andare via.
In questo senso qui io credo che uno psicologo non abbia molte differenze con un amico.
Il lavoro dello psicologo- psicoterapeuta cambia molto a seconda del momento in cui si trova la coppia o l’individuo che chiede l’intervento di sostegno o la psicoterapia in un percorso di separazione.
Lo spazio psicoterapeutico può essere comunque connotato come spazio di conoscenza e consapevolizzazione di ciò che non ha funzionato nel rapporto e di comprensione delle responsabilità individuali dei coniugi.
Lo psicologo o lo psicoterapeuta possono fornire sostegno a coloro che sono coinvolti nella separazione (siano essi i coniugi o i figli) e una migliore comprensione di una realtà complessa e dei propri vissuti.
Questo permette a ciascuno di elaborare i propri sentimenti che altrimenti dilagano e contaminano una situazione che è già difficile.
L’intervento dello psicologo psicoterapeuta permette di uscire dalla conflittualità e dal rimuginare che fa rimbalzare il pensiero tra impotenza e senso di colpa e permette di elaborare e rimuovere gli ostacoli che impediscono di trovare un nuovo adattamento alla nuova situazione.
Forse è utile, però, entrare un po’ più nello specifico del discorso per comprendere anche qual è il modo migliore di intervenire nei vari momenti del percorso di separazione.
Intervento dello psicologo nei vari momenti della separazione: terapia di coppia, individuale o familiare?
Seguendo una linea esplicativa di grande efficacia vogliamo prima scomporre il percorso della separazione in fasi differenti e successivamente proporre i diversi interventi effettuati in queste varie fasi dagli Psicologi e Psicoterapeuti
Presso lo Studio di Psicologia e Psicoterapia EmotivaMente tutti gli psicologi e psicoterapeuti lavorano per attivare con decisione le risorse presenti nelle famiglie e negli individui che si rivolgono loro con l’obiettivo di superare le difficoltà presenti al fine di trasformare il momento di difficoltà in una reale opportunità di raggiungere una situazione di benessere stabile e duratura.
In un percorso di separazione si possono presentare i seguenti momenti:
- Fase dell’alienazione: Si intende per alienazione il sentimento che uno dei coniugi prova quando inizia a percepire una sensazione di distacco dalla situazione familiare.
Di solito corrisponde a livello del sistema familiare ad una situazione di stallo in cui i membri sembrano opporsi al naturale e necessario cambiamento del sistema.
Quando l’evoluzione del sistema si blocca (per esempio quando la naturale coesione nella coppia è bloccata dall’intrusività delle famiglie di origine; oppure quando un genitore non riesce ad accettare che i figli attraggano l’attenzione del coniuge; oppure, infine, nel caso in cui una dipendenza da alcol, droga o gioco d’azzardo si intrometta nella coppia) è possibile che cominci a serpeggiare una sensazione di estraneità e la sensazione di non condividere più il progetto di coppia e familiare.
Gli Psicologi e Psicoterapeuti in queste situazioni iniziano con una consulenza familiare che può permettere di comprendere pienamente il senso di questa situazione di stallo.
Successivamente la consulenza dallo psicologo può trasformarsi in un percorso con uno psicoterapeuta individuale, familiare o di coppia, che permetta di superare i problemi emersi utilizzando le risorse presenti ai vari livelli.
Lo Psicologo Psicoterapeuta si muoverà così per aiutare colui o colei che ha deciso di separasi a comprendere pienamente la propria ambiguità e a superarla accogliendo responsabilmente e serenamente le conseguenze dei propri bisogni e dei propri sentimenti.
Chi è lo psicologo, quali le sue competenze umane e tecniche per riuscire a comprendere e differenziare tra chi sa ascoltare in modo attento e non giudicante ed ha imparato davvero a SAPER ESSERE, SAPER FARE E SAPERE.
“Da chi dovrei andare? Dallo psicologo??? E a cosa mi serve? Devo spendere dei soldi per raccontare i fatti miei ad uno che non conosco, al quale molto probabilmente non importa nulla di quello che dico? Perché non parlare con un amico, con il parrucchiere o con il macellaio? Anche loro mi ascoltano, o danno l’impressione di ascoltare, e non mi presentano nessun conto alla fine! E poi, non sono mica matto io???! Si… ho qualche problemino in sospeso, ma niente che non possa risolvere da solo!”
Queste parole esprimono i radicati pregiudizi, sulla figura dello psicologo, confusa, indefinita, vista come una via di mezzo tra il chiromante, il confidente, il prete e il santone. Nell’immaginario comune è rappresentato come una sorta di mago con una bacchetta magica o sfera di cristallo in grado di fare miracoli in situazioni disperate.
Ma.. “Chi è lo psicologo e cosa fa?”.
In realtà lo psicologo non è un mago ma una persona che, grazie alla sua formazione e al percorso di studi ed esperienze personali, mette a disposizione se stesso e le sue competenze per l’altro.
Accompagna l’individuo, attraverso un percorso di scoperta guidata, in particolari periodi critici della vita, aiutandolo, attraverso il dialogo e l’autosservazione, ad esprimere pensieri, desideri e fantasie, fino ad allora indicibili o inelaborate, ascoltare le proprie emozioni e, con consapevolezza, trovare le risorse positive presenti in ognuno.
La vita è densa di momenti di stress, di difficoltà familiari, lavorative, sociali e può capitare ad ognuno di aver bisogno, non di pillole di felicità, ma di dedicarsi uno spazio di ascolto attento ma non giudicante, in cui si possa prendere coscienza e responsabilità di se stesso.
I motivi per cui si può richiedere una consulenza ad uno psicologo possono essere diversi: situazioni di lutto, periodi di transizione (menopausa, adolescenza), genitori che hanno bisogno di un supporto nei difficili compiti educativi; situazioni, queste, che rientrano nella normalità di ognuno di noi.
Nella vita, si suppone, che senza una causa apparente, si presentino ansia, attacchi di panico, episodi depressivi e si pensa che sarà qualcosa di momentaneo e, fortunatamente, alcune volte lo è.
Chiamare lo psicologo per una consulenza, sin dai primi segni di malessere è importante per prevenire la cronicità di tali situazioni. Ma, succede che per le persone conta molto il giudizio sociale: si ritiene che “bisogna” tenere nascosti i propri disagi così da non poter essere riconosciuti e giudicati dagli altri e si tende a non parlarne per vergogna, imbarazzo o per paura di non essere capiti o di essere etichettati come “malati di mente”.
L’aiuto dello psicologo è fondamentale, perché consente alla persona di imparare a capire che la mente umana mette in atto le più svariate strategie per fronteggiare le situazioni difficili e/o dolorose: alcune funzionali, altre no. Bandura, in particolare, ha mostrato come è fondamentale una relazione basata sulla fiducia, in quanto lo psicologo può costituire un modello positivo, attraverso il quale il paziente apprende e modifica atteggiamenti, risposte emozionali e modi di comportamento.
Proviamo allora insieme a vedere lo psicologo come un paio di occhiali che l’individuo in difficoltà indossa allo scopo di vedere con chiarezza fuori e dentro di sé; un paio di occhiali però particolari che consentono di riprendere la “vista perduta” e, quindi, di essere dismessi quando non servono più.
Lo psicologo non è uno psicofarmaco, non crea dipendenza, ma dispone di sé stesso per aiutare chi soffre a dare “ordine” al disordine e quindi a migliorare la qualità della propria vita.
Perché andare dallo psicologo?
“Il lavoro dello psicologo”
Lo psicologo
Lo psicologo è il laureato in psicologia che ha sostenuto e superato l’Esame di Stato che permette l’iscrizione all'Ordine degli psicologi. Per poter sostenere tale esame egli deve obbligatoriamente svolgere un tirocinio formativo della durata di un anno, nel quale fa esperienza nel campo della psicologia. Gli psicologi non sono tutti uguali: psicologo clinico, psicologo del lavoro, psicologo dell'età evolutiva, psicologo sperimentale, psicologo delle organizzazioni, psicologo forense.
Lo psicologo fornisce ai suoi utenti un aiuto non farmacologico, basato su colloqui di sostegno, strumenti diagnostici, consulenze, tecniche di rilassamento ecc. Sono molte le cose che egli può fare, purché non si configurino come psicoterapia, poiché essa richiede il titolo di psicoterapeuta. Inoltre, lo psicologo non può prescrivere farmaci, dal momento che per fare questo serve una laurea in medicina. Se possiede una laurea in medicina oltre a quella in psicologia lo può fare. Quindi, riassumendo, per essere tale lo psicologo deve possedere i seguenti requisiti:
1. laurea in psicologia;
2. essere iscritto all’Ordine degli Psicologi di una regione italiana.
LO PSICOTERAPEUTA
Il percorso per divenire psicoterapeuta è duplice. Può partire dalla laurea in psicologia o da quella in medicina, conseguita la quale va intrapreso un corso di specializzazione riconosciuto dallo Stato Italiano della durata di almeno 4 anni. Dopo la laurea va superato l’Esame di Stato di psicologia esattamente come nel caso dello psicologo (Esame di Stato di Medicina nel caso del laureato in medicina). Dunque lo psicoterapeuta può essere sia medico che psicologo; nel caso che sia psicologo può svolgere tutte le attività dello psicologo e in più la psicoterapia, nel caso che sia medico può esercitare le attività del medico (fra cui la prescrizione di farmaci) e quelle dello psicoterapeuta. Lo psicologo psicoterapeuta non può prescrivere farmaci. L’attività dello psicoterapeuta va quindi più in profondità rispetto a quella dello psicologo, e permette di agire direttamente sui disagi della persona attraverso l’utilizzo di tecniche che variano a seconda della teoria di riferimento del professionista stesso.
Le scuole di specializzazione che permettono l’iscrizione all’albo degli psicoterapeuti sono molte e molto diverse fra loro. Ognuna di esse trae origine da un quadro teorico differente, non necessariamente incompatibile con gli altri, tant’è che spesso gli psicoterapeuti fanno uso contemporaneamente di tecniche provenienti da teorie di fondo diverse. Per concludere, lo psicoterapeuta, per essere tale, deve possedere i seguenti requisiti:
1. laurea in psicologia o in medicina e chirurgia;
2. essere iscritto all’Ordine degli Psicologi di una regione italiana;
3. aver frequentato una scuola di specializzazione riconosciuta dallo Stato che permette l’iscrizione all’Albo degli Psicoterapeuti.
Lo psicologo è un laureato in psicologia che dopo aver svolto un anno di tirocinio e il relativo esame di stato per l'abilitazione professionale è iscritto alla sezione A dell'Albo professionale, ai sensi dell'art. 7 della Legge 18 febbraio 1989, n. 56.
Secondo l'articolo 1 della Legge n. 56 del 1989 sull'Ordinamento della professione di Psicologo, "[...]l'attività dello psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito." (il testo completo del "Codice Deontologico degli Psicologi Italiani è visionabile sul Sito dell'Ordine degli Psicologi del Lazio cliccando qui)
Quindi lo psicologo è un professionista la cui attività mira al bene del singolo o della comunità.
È utile rivolgersi allo psicologo per essere aiutati a prevenire, lenire e curare, se possibile, un disagio, un malessere che procura sofferenza psichica e/o fisica.
La vita moderna ha assunto ritmi che portano spesso le persone ad accumulare livelli di stress elevati; in momenti di particolare difficoltà le risorse di una persona possono essere insufficienti a fronteggiare la situazione. Possono allora sorgere sofferenze quali depressione, ansia, attacchi di panico; problemi questi che sono spesso la punta di un iceberg la cui base sono i tanti piccoli eventi di vita stressanti e/o traumatici che accumulandosi sono infine esplosi.
Lo psicologo, con colloqui di valutazione e di supporto, aiuta la persona a superare queste sofferenze o ad alleviarle per tornare ad avere una vita soddisfacente.
Credo sia importante sfatare alcuni miti sulla figura dello psicologo.
Un pregiudizio molto diffuso è l'idea che se una persona si rivolge ad uno psicologo significa che sia un "pazzo" o che stia per diventarlo! Purtroppo la nostra società ci ha abituati a modelli di riferimento che trasmettono i valori dell'autocontrollo, della forza di carattere e soprattutto della persona forte e risoluta che non ha il controllo della sua vita e che non ha bisogno dell'aiuto di nessuno. Inoltre siamo anche stati abituati a non rivelare i nostri sentimenti, specialmente quelli che ci fanno soffrire, per non apparire dei deboli o delle vittime. Tante persone ancora condizionate da questi pregiudizi trascurano il proprio benessere psicologico rischiando di aggravare ancora di più la situazione; basti come esempio il fatto che ogni giorno in TV apprendiamo di terribili tragedie consumate da persone che troppo a lungo forse sono state lasciate sole a se stesse. Cercare l'aiuto di un professionista è invece sinonimo di forza di volontà, di voglia di vivere la vita e di viverla al meglio.
Lo psicologo non da consigli: aiuta il paziente a valutare quale soluzione è la più adatta per il suo caso.
Lo psicologo non cerca di risolvere tutti i problemi del suo paziente: aiuta il paziente ad attivare le sue risorse interiori per risolvere i problemi o cerca di svilupparne altre e nel caso questo non sia possibile, lo aiuta ad accettare le cose che non si possono cambiare.
Lo psicologo non da farmaci.
I farmaci sono "esclusiva" competenza del medico, quindi un laureato in medicina; in caso di "grave" e/o invalidante disagio psichico ci si può rivolgere ad uno Psichiatra, ovvero un laureato in medicina che ha conseguito una ulteriore specializzazione in psichiatria (dal greco psychè = spirito, anima e iatros che significa medico. Letteralmente "medicina dell'anima").
Un altro mito da sfatare è che uno psicologo sappia cosa passa nella mente delle persone o che capisca tutto di una persona semplicemente guardandola. Mi capita spesso di sentirmi dire da una persona appena conosciuta alla quale dico di essere uno psicologo una classica frase: " ah sei uno psicologo!allora devo stare attento a cosa dico e a come mi muovo!" La mia risposta ormai classica è:"Dammi un attimo che vado a prendere la sfera di cristallo così da capire subito chi sei" Gli esseri umani sono unici, irripetibili e meravigliosamente complicati nella complessità dei loro pensieri ed emozioni; solo noi sappiamo (e nemmeno completamente!) chi siamo, cosa pensiamo e quali sentimenti proviamo. Lo psicologo è un essere umano proprio come coloro cui offre i propri servizi. Conoscerà solo ciò che la persona vorrà fargli conoscere. Non sa leggere nei pensieri, non giudica dalle apparenze (consapevole della diversità degli esseri umani)e soprattutto non ha poteri magici che gli permettano di risolvere con qualche formula i problemi della gente.
Spesso le persone si rivolgono ad uno psicologo chiedendogli di risolvere il loro problema. Come già detto lo psicologo non possiede formule magiche per risolvere i problemi. Può invece aiutare la persona a vedere soluzioni ai problemi che da sola non è riuscita a vedere e cercare insieme ad un professionista soluzioni ai problemi efficaci.
Il rapporto che si crea fra lo psicologo e l'utente è una relazione in cui ogni membro da il suo contributo; lo psicologo mette a disposizione competenze teoriche e tecniche, insegna al paziente tecniche per gestire determinate problematiche, gli offre comprensione empatica, non lo giudica ma lo accetta per quello che è; al paziente spetta il compito più impegnativo: usare gli strumenti forniti dallo psicologo per vivere al meglio la propria vita!
Lo psicologo è un laureato in psicologia. Lo psicologo che abbia, dopo la laurea, superato l’esame di stato e sia iscritto all’Ordine degli Psicologi, è un laureato che da quel momento è anche abilitato all’esercizio della professione di psicologo fornendo un aiuto non farmacologico (tecniche di rilassamento, colloqui di sostegno, consulenze, ecc.).
Lo psicologo non può prescrivere farmaci, effettuare diagnosi e/o dare indicazioni di tipo medico, e, può esercitare la psicoterapia dopo aver conseguito il titolo abilitante a seguito della frequentazione di una scuola di psicoterapia riconosciuta dal MURST.
Per essere certi che lo psicologo a cui ci rivolgiamo sia anche psicoterapeuta, la strada più sicura è consultare l’Ordine Professionale Regionale, al quale deve essere iscritto con entrambi i titoli.
Per svolgere la professione di psicoterapeuta, è necessario che si frequenti una scuola di psicoterapia quadriennale che abiliti all’esercizio della psicoterapia.
Possono accedere alla frequenza ai corsi di tali scuole sia gli psicologi che i medici, nonchè gli psichiatri che vogliano avere una ulteriore abilitazione all'esercizio della psicoterapia, in quanto a questi ultimi il titolo abilitante è compreso nella specializzazione in psichiatria conseguita.
In ogni caso, l'esercizio della psicoterapia è consentito solo dopo che sia stata fatta l'iscrizione all'albo degli psicoterapeuti del proprio Ordine professionale.
Allo stesso modo psichiatra, neurologo e psicoterapeuta non sono figure equivalenti e sovrapponibili.
Lo psichiatra è un laureato in Medicina che ha ottenuto la specializzazione in Psichiatria.
È un errore pensare che lo psichiatra, in quanto medico, sappia intervenire solo tramite le medicine. Dipende dall’approccio che egli sceglie di seguire.
Accanto a specialisti che privilegiano l’uso dei farmaci si trovano altri che affrontano le malattie associando ai farmaci un intervento anche psicologico (gestito da loro o da altri professionisti). Lo psichiatra non sempre svolge l’attività di psicoterapeuta.
Il neurologo è lo specialista in neurologia che si occupa prevalentemente di patologie neurologiche, mentre le patologie psichiatriche sono appannaggio dello psichiatra.
Lo psicoterapeuta è uno specialista qualificato in psicoterapia.
Una volta formatosi, lo psicoterapeuta è uno specialista qualificato alla diagnosi e cura dei disturbi psichici e delle malattie mentali.
La psicoterapia è un intervento che va più in profondità della consulenza psicologica. Ci sono moltissime scuole di psicoterapia, ognuna delle quali ha un suo orientamento teorico e tecnico.
Poichè, nella maggior parte dei casi, il trattamento dei disturbi psichici e delle malattie mentali, richiede la somministrazione sia della psicoterapia che della farmacoterapia, ovviamente lo psicoterapeuta psicologo deve affiancarsi ad una o più figure mediche.
Ciò non significa, che lo psicoterapeuta psicologo non sia competente dei disturbi e delle malattie che tratta, ma significa che, non essendo medico, non può stabilire nè diagnosi, nè terapie, quando queste implicano anche valutazioni di medicina generale o specialistica. Perciò deve avvalersi della collaborazione di medici.
Questa collaborazione dello psicoterapeuta psicologo, è indispensabile affinchè possa essere evitato il rischio di mantenere in psicoterapia un paziente che potrebbe, invece, trarre giovamento tempestivamente del supporto degli psicofarmaci, o di altre terapie mediche.
Oppure per evitare che disturbi psicologici con eziologia organica, vengano trattati non considerando la malattia somatica che li produce.
Teoricamente, lo psicoterapeuta medico, potrebbe anche agire da solo nei vari passaggi descritti, poichè potrebbe riunire in sè sia la figura psicoterapeutica che quella medica.
Di solito è preferibile non riunire le due figure e, pertanto, anche lo psicoterapeuta medico dovrebbe far rivolgere i propri pazienti ad altri colleghi per le problematiche mediche che possono essere presenti contemporaneamente.
Cosa può fare lo psicologo Definizione della professione di psicologo: La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazioneriabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito. ( art.1 Legge 56/89)
Psicologia clinica: Ampio settore che comprende interventi di trattamento e riabilitazione di vario grado e livello. Si va dalla valutazione della personalità e delle caratteristiche personali, alla psicoterapia individuale, di coppia, familiare e di gruppo.
Psicologia del lavoro e delle organizzazioni: ampio settore professionale rivolto all’ambito organizzativo e aziendale. Lo psicologo opera sia a livello dell’individuo (risorse umane, motivazione) o gruppi di individui (formazione manageriale, team building) sia a livello dell’organizzazione vera e propria (analisi del clima, progettazione degli ambienti di lavoro).
Neuropsicologia e riabilitazione cognitiva: la neuropsicologia clinica ha lo scopo di valutare e, qualora possibile, riabilitare, i deficit cognitivi e le annesse implicazioni di tipo psicologico, affettivo e di personalità conseguenti a patologie a carico del sistema nervoso centrale.
Psicologia giuridica e forense: si occupa della consulenza psicologica presso tribunali per minorenni e tribunali di sorveglianza , della consulenza peritale tecnico-giudiziaria di parte, d’ufficio , dell’ assistenza all’ascolto protetto per minori.
Psicologia delle emergenze: l’attività prevede interventi specifici per la formazione, il sostegno psicologico degli operatori dell’emergenza (operatori di ambulanze, vigili del fuoco, ecc.); interventi per la diagnosi e il trattamento della sindrome post-traumatica da stress dovuta ad emergenze di varia natura (eventi bellici, naturali, gravi incidenti del traffico, incendi, ecc.)
Psicologia dello sport: è in espansione l’utilizzo dello psicologo da parte delle società sportive per ottenere assistenza alla squadra e ai singoli sportivi. Psicologia penitenziaria: nelle strutture carcerarie lo psicologo si occupa dello sviluppo di modelli di intervento su gruppi di carcerati in funzione dell'attenuazione del disagio e del recupero.
Psicologia scolastica: Lo psicologo all’interno degli istituti scolastici, oltre a fornire uno sportello di ascolto per gli studenti, può essere di aiuto agli insegnanti nella gestione del gruppo-classe e delle relazioni tra pari. Contribuisce all’inserimento delle persone svantaggiate.
Psicologia di comunità: Lo psicologo di comunità si pone l’obiettivo di facilitare l’integrazione e la partecipazione sociale di varie categorie di cittadini, valutando l’adattamento di un individuo al gruppo o alla comunità di cui fa parte, analizzando le dinamiche ed i conflitti e progettando interventi di mediazione e risoluzione.
Per finire… Lo psicologo opera in molti altri settori, anche in ottica interdisciplinare (marketing e ricerca sociale, pubblicità, design e usabilità di oggetti ed interfacce, analisi dell’errore umano, prevenzione e promozione della salute, valutazione, riabilitazione e integrazione dei soggetti diversamente abili, consulenza peritale, mediazione familiare, orientamento scolastico e professionale).
Ecco una selezione di domande interessanti riguardanti la professione di psicologo:
Come si diventa psicologo?
Cosa può fare lo psicologo?
Chi è lo psicoterapeuta?
Che differenza c'è tra psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista e psichiatra?
A cosa fare attenzione in particolare quando ci si reca da uno psicologo?
Lo psicologo collabora con altri professionisti?
Come si diventa psicologo?
Per diventare Psicologo in Italia è necessario :
· laurearsi in Psicologia (laurea magistrale di 5 anni o laurea specialistica 3+2),
· frequentare un tirocinio post-lauream
· sostenere un Esame di Stato
· iscriversi all'Albo professionale di una Regione italiana
Senza l'iscrizione all'Albo - Sez. A - non si è Psicologi, ma soltanto dottori in Psicologia.
Attualmente esiste anche una Sezione B dell’Albo, a cui accedono i laureati triennalisti (quindi i dottori in Tecniche Psicologiche, e non i dottori in Psicologia) che sostengano l’esame di Stato corrispondente, e che diventano quindi "dottori in tecniche psicologiche per i contesti sociali, organizzativi e del lavoro" o "dottori in tecniche psicologiche per i servizi alla persona e alla comunità".
I laureati in Psicologia non cittadini italiani o con laurea conseguita all'Estero, possono esercitare la professione se regolarmente iscritti all'Albo degli Psicologi in Italia, in seguito all’approvazione della richiesta di trasferimento.
L'iscrizione all’Albo è la condizione necessaria per poter lavorare ed esercitare l'attività.
Cosa può fare lo psicologo?L’ordinamento della professione dello psicologo viene stabilito dalla Legge 56 del 1989, che all’Art.1 esplicita:
"La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito."
Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001 è il regolamento che modifica e integra la disciplina dell'ordinamento della professione, stabiendo in particolare all’art. 51:
1. Formano oggetto dell'attivita' professionale degli iscritti nella sezione [...] le attività che implicano l'uso di metodologie innovative o sperimentali, quali:
a) l'uso di strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione,riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità;
b) le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito;
c) il coordinamento e la supervisione dell'attivita' degli psicologi juniores.
2. Formano oggetto dell'attività' professionale degli iscritti nella sezione B [...] le attività di natura tecnico-operativa in campo psicologico nei riguardi di persone, gruppi, organismi sociali e comunità, da svolgere alle dipendenze di soggetti pubblici e privati e di organizzazioni del terzo settore o come libero professionista. In particolare lo psicologo junior:
a) partecipa alla programmazione e alla verifica di interventi psicologici e psicosociali;
b) realizza interventi psico-educativi volti a promuovere il pieno sviluppo di potenzialità di crescita personale, di inserimento e di partecipazione sociale;
c) utilizza il colloquio, le interviste, l'osservazione, i test psicologici e altri strumenti di analisi, ai fini della valutazione del comportamento, della personalità, dei processi cognitivi e diinterazione sociale, delle opinioni e degli atteggiamenti, dell'idoneità' psicologica a specifici compiti e condizioni;
d) utilizza con persone disabili strumenti psicologici per sviluppare o recuperare competenze funzionali di tipo cognitivo, pratico, emotivo e relazionale, per arrestare la regressione funzionale in caso di malattie croniche, per reperire formule facilitanti alternative;
e) utilizza strumenti psicologici per l'orientamento scolastico-professionale, la gestione e lo sviluppo delle risorse umane;
f) utilizza strumenti psicologici ed ergonomici per rendere più efficace e sicuro l'operare con strumenti, il comportamento lavorativo e nel traffico, per realizzare interventi preventivi e formativi sulle tematiche della sicurezza con individui, gruppi e comunità, per modificare e migliorare il comportamento in situazione di persone o gruppi a rischio;
g) cura la raccolta, il caricamento e l'elaborazione statistica di dati psicologici ai fini di ricerca.
Lo psicologo abilitato non è automaticamente uno psicoterapeuta, e dunque non può fare psicoterapia. Per svolgere la professione di psicoterapeuta lo psicologo deve effettuare una scuola di psicoterapia della durata quadriennale che abiliti all’esercizio della psicoterapia oppure conseguire la specializzazione universitaria in Psicologia Clinica.
Chi è lo psicoterapeuta
La Legge 56/89 regola l'esercizio dell'attività psicoterapeutica, riservata psicologi o medici, come richiesto dall'art. 3: "L'esercizio dell'attività psicoterapeutica è subordinato ad una specifica formazione professionale, da acquisirsi, dopo il conseguimento della laurea in psicologia o in medicina e chirurgia, mediante corsi di specializzazione almeno quadriennali che prevedano adeguata formazione e addestramento in psicoterapia, attivati ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1982, n. 162, presso scuole di specializzazione universitaria o presso istituti a tal fine riconosciuti con le procedure di cui all'articolo 3 del citato decreto del Presidente della Repubblica. Agli psicoterapeuti non medici è vietato ogni intervento di competenza esclusiva della professione medica."
Lo psicoterapeuta è uno psicologo (o un medico) che, in seguito all'iscrizione al proprio Albo professionale, ha frequentato una scuola di specializzazione post universitaria di almeno 4 anni. Le scuole di specializzazione quadriennali sono prevalentemente private, e per far conseguire un titolo valido devono essere riconosciute dal M.U.R.S.T. (Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica). Dal terzo anno di specializzazione, il professionista è abilitato alla psicoterapia in supervisione, ma per poter esercitare la propria professionalità al termine della specializzazione dovrà essere necessariamente iscritto nell'Elenco degli Psicoterapeuti del proprio Ordine regionale di appartenenza.
Data la diversità delle varie scuole, si possono incontrare professionisti la cui metodologia di lavoro sembra discostarsi molto da quella di altri colleghi, e spesso anche dallo stereotipo popolare riguardante questa professione (classicamente, ad esempio, il cliente sdraiato sul lettino). La differenza tra gli approcci è dovuta all’utilizzo di differenti modelli per rappresentare il funzionamento della psiche umana, e l'appartenenza a un determinato orientamento comporta una precisa metodologia clinica. La comprensione della presunta "superiorità" di un approccio rispetto ad altri risulta molto difficile, proprio per il divario nella determinazione degli obiettivi, nella messa in pratica dei rispettivi aspeti tecnici e nella considerazione degli indici di miglioramento.
E' importante tuttavia essere a conoscenza del fatto che esistono alcuni elementi presenti trasversalmente tra i vari orientamenti psicoterapeutici: quello fondamentale si riferisce alla relazione che si instaura tra il terapeuta e il cliente. Ecco perchè i primi colloqui di consultazione sono importanti per la persona stessa, che possa darsi del tempo per sentire se ci sia o meno la necessaria sintonia con il terapeuta, che possa poi agevolare la costruzione di una valida alleanza di lavoro. A riguardo consulta l'articolo "Domande sullo psicologo".
Salvo per alcuni indirizzi teorici, il terapeuta ha sperimentato la posizione di paziente in terapia, sottoponendosi ad una propria analisi personale.
Lo psicologo psicoterapeuta non può prescrivere farmaci in quanto non abilitato dalla sua formazione professionale; il medico psicoterapeuta, in quanto medico, ha invece questa competenza e idoneità.
Che differenza c'è tra psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista e psichiatra?
Lo psicologo è un professionista che, dopo la Laurea in Psicologia, ha svolto un tirocinio e superato l'esame di Stato, iscrivendosi in seguito all'Albo Professionale (senza l'iscrizione all'Albo si è solo "dottore in psicologia").
Lo psicologo può fare diagnosi, valutazioni, interventi di prevenzione, ma non cura. L'unica eccezione è costituita dagli specializzandi in psicoterapia, i quali a partire dal terzo anno di frequenza, pur non avendo ancora ufficialmente il titolo, possono praticare, purché supportati da supervisori della scuola frequentata.
Lo psicoterapeuta è un professionista che ha proseguito il percorso di formazione, di cui l'Ordine ha riconosciuto la validità iscrivendolo all'Elenco degli psicoterapeuti.
E' colui che lavora per eliminare il sintomo, la patologia, il disagio e aiutare la persona a muoversi verso una condizione di benessere, di maggior consapevolezza.
Non utilizza farmaci per lavorare con i pazienti, anche se nei casi di necessità può avvalersi della collaborazione di uno psichiatra che si occupi in maniera specifica della terapia farmacologica.
Lo psicoanalista è un professionista che ha seguito una formazione analitica, freudiana o post freudiana (classicamente lavora col lettino). Il suo è un lavoro "del profondo", perchè non si limita alla cura dei sintomi, ma finalizza l'esplorazione dell'inconscio ad un maggiore adattamento al presente e ad una migliore conoscenza di sé.
Lo psichiatra è un medico – laureato quindi presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia – che ha conseguito una specializzazione in psichiatria.
Si occupa della prevenzione, della cura e della riabilitazione dei disturbi mentali, servendosi di quei metodi, tecniche e strumenti di tipo fisico e farmaceutico, che sono propri della psichiatria.
A cosa fare attenzione in particolareAlcune delle espressioni qui citate sono semplificazioni tratte dalla legge che sancisce l’ordinamento della professione dello psicologo (L. 56 del 1989) o dal Codice Deontologico degli Psicologi Italiani (facilmente reperibile anche online).
- Innanzitutto lo psicologo non è un medico (a meno che abbia il doppio titolo!) e quindi non può prescrivere farmaci o effettuare diagnosi e/o dare indicazioni di tipo medico
- Se non ha conseguito il titolo di psicoterapeuta non può esercitare la psicoterapia
- È consigliabile chiedere allo specialista quale tipo di psicoterapia intenda applicare, e in caso di dubbi sulla specializzazione dello psicologo è opportuno rivolgersi all'Ordine Regionale o Provinciale degli Psicologi
- In seguito alla fase di consultazione, se si ravvisasse la necessità di iniziare un percorso terapeutico, è diritto del cliente/paziente conoscere la durata approssimativa della terapia, il costo delle sedute, le regole del rapporto terapeutico
- E' un diritto del paziente/cliente interrompere la terapia nel caso lo ritenga, ferma restando l’importanza clinica di discuterne anzitutto insieme al professionista.
- Lo psicologo è obbligato al più assoluto segreto professionale
- Il rapporto che si crea tra psicologo/psicoterapeuta e cliente non è di tipo amicale, e – dall’altro lato - non è possibile intraprendere un rapporto psicoterapeutico con un amico. In generale ogni confusione tra rapporto professionale e personale è da evitare.
- Lo psicologo non accetta compensi al di fuori di quelli pattuiti, e non ha con il proprio cliente altri eventuali interessi economici
In generale è prassi comune di uno psicologo efficiente quella – ove ce ne sia bisogno – dicollaborare a vari livelli con una serie di altri professionisti che gravitano attorno al cliente/paziente, ciascuno affrontandone evidentemente la varie problematiche da diverse angolazioni.
A livello clinico, spesso una stessa patologia o stato di disagio, può essere seguita da più specialisti in contemporanea, e ciascuno affronterà le questioni attinenti alla propria specializzazione. Ad esempio lo psicologo può collaborare con lo psichiatra che segue le prescrizioni farmacologiche di un paziente gravemente depresso, l’endocrinologo che monitora la situazione ormonale di una paziente anoressica, il ginecologo che ha in carico una paziente per una procreazione assistita, il pediatra di base di un bambino enuretico, etc.;
A livello non medico, lo psicologo può collaborare anche con l’avvocato, nel caso ad esempio di separazioni conflittuali - che possono in alcuni casi coinvolgere anche la presenza di figli minorenni -, o di Consulenze Tecniche di Parte.
Lavorando con i bambini, inoltre, spesso lo psicologo svolge colloqui di rete con le insegnanti (ovviamente previo consenso dei genitori), così da conseguire il duplice scopo di ottenere informazioni eventualmente utili riguardanti il funzionamento del bambino nel suo ambiente quotidiano, e da fornire inoltre agli insegnanti eventuali chiavi di lettura o suggerimenti fruttuosi per interagire con lui.
Chi è lo psicologo?
Lo psicologo è un laureato in psicologia che dopo aver svolto un anno di tirocinio e il relativo esame di stato per l'abilitazione professionale è iscritto alla sezione A dell'Albo professionale, ai sensi dell'art. 7 della Legge 18 febbraio 1989, n. 56.
Secondo l'articolo 1 della Legge n. 56 del 1989 sull'Ordinamento della professione di Psicologo, "[...]l'attività dello psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito." (il testo completo del "Codice Deontologico degli Psicologi Italiani è visionabile sul Sito dell'Ordine degli Psicologi.
Quindi lo psicologo è un professionista la cui attività mira al bene del singolo o della comunità.
È utile rivolgersi allo psicologo per essere aiutati a prevenire, lenire e curare, se possibile, un disagio, un malessere che procura sofferenza psichica e/o fisica.
La vita moderna ha assunto ritmi che portano spesso le persone ad accumulare livelli di stress elevati; in momenti di particolare difficoltà le risorse di una persona possono essere insufficienti a fronteggiare la situazione. Possono allora sorgere sofferenze quali depressione, ansia, attacchi di panico; problemi questi che sono spesso la punta di un iceberg la cui base sono i tanti piccoli eventi di vita stressanti e/o traumatici che accumulandosi sono infine esplosi.
Lo psicologo, con colloqui di valutazione e di supporto, aiuta la persona a superare queste sofferenze o ad alleviarle per tornare ad avere una vita soddisfacente.
Credo sia importante sfatare alcuni miti sulla figura dello psicologo.
Un pregiudizio molto diffuso è l'idea che se una persona si rivolge ad uno psicologo significa che sia un "pazzo" o che stia per diventarlo! Purtroppo la nostra società ci ha abituati a modelli di riferimento che trasmettono i valori dell'autocontrollo, della forza di carattere e soprattutto della persona forte e risoluta che non ha il controllo della sua vita e che non ha bisogno dell'aiuto di nessuno. Inoltre siamo anche stati abituati a non rivelare i nostri sentimenti, specialmente quelli che ci fanno soffrire, per non apparire dei deboli o delle vittime. Tante persone ancora condizionate da questi pregiudizi trascurano il proprio benessere psicologico rischiando di aggravare ancora di più la situazione; basti come esempio il fatto che ogni giorno in TV apprendiamo di terribili tragedie consumate da persone che troppo a lungo forse sono state lasciate sole a se stesse. Cercare l'aiuto di un professionista è invece sinonimo di forza di volontà, di voglia di vivere la vita e di viverla al meglio.
Lo psicologo non da consigli: aiuta il paziente a valutare quale soluzione è la più adatta per il suo caso.
Lo psicologo non cerca di risolvere tutti i problemi del suo paziente: aiuta il paziente ad attivare le sue risorse interiori per risolvere i problemi o cerca di svilupparne altre e nel caso questo non sia possibile, lo aiuta ad accettare le cose che non si possono cambiare.
Lo psicologo non da farmaci.
I farmaci sono "esclusiva" competenza del medico, quindi un laureato in medicina; in caso di "grave" e/o invalidante disagio psichico ci si può rivolgere ad uno Psichiatra, ovvero un laureato in medicina che ha conseguito una ulteriore specializzazione in psichiatria (dal greco psychè = spirito, anima e iatros che significa medico. Letteralmente "medicina dell'anima").
Un altro mito da sfatare è che uno psicologo sappia cosa passa nella mente delle persone o che capisca tutto di una persona semplicemente guardandola. Mi capita spesso di sentirmi dire da una persona appena conosciuta alla quale dico di essere uno psicologo una classica frase: " ah sei uno psicologo!allora devo stare attento a cosa dico e a come mi muovo!" La mia risposta ormai classica è:"Dammi un attimo che vado a prendere la sfera di cristallo così da capire subito chi sei" Gli esseri umani sono unici, irripetibili e meravigliosamente complicati nella complessità dei loro pensieri ed emozioni; solo noi sappiamo (e nemmeno completamente!) chi siamo, cosa pensiamo e quali sentimenti proviamo. Lo psicologo è un essere umano proprio come coloro cui offre i propri servizi. Conoscerà solo ciò che la persona vorrà fargli conoscere. Non sa leggere nei pensieri, non giudica dalle apparenze (consapevole della diversità degli esseri umani)e soprattutto non ha poteri magici che gli permettano di risolvere con qualche formula i problemi della gente.
Spesso le persone si rivolgono ad uno psicologo chiedendogli di risolvere il loro problema. Come già detto lo psicologo non possiede formule magiche per risolvere i problemi. Può invece aiutare la persona a vedere soluzioni ai problemi che da sola non è riuscita a vedere e cercare insieme ad un professionista soluzioni ai problemi efficaci.
Il rapporto che si crea fra lo psicologo e l'utente è una relazione in cui ogni membro da il suo contributo; lo psicologo mette a disposizione competenze teoriche e tecniche, insegna al paziente tecniche per gestire determinate problematiche, gli offre comprensione empatica, non lo giudica ma lo accetta per quello che è; al paziente spetta il compito più impegnativo: usare gli strumenti forniti dallo psicologo per vivere al meglio la propria vita!
L'individuo non sempre si prende cura della propria salute psicologica tanto quanto fa con la sua salute fisica.
Tra l'altro esiste ancora in molti la diffida nei confronti dell'esperto in salute psicologica, percepito e considerato, per scarsa conoscenza in materia, il "medico dei matti".
In realtà andare dallo Psicologo non vuole assolutamente significare essere "svitati", o "diversi", ma, al contrario, significa prendersi cura della propria salute mentale, la quale va di pari passo con la propria salute fisica e con il benessere generale.
In tal modo migliorando e ristabilendo l'equilibrio e lo stato psicologico si migliora notevolmente, in modo direttamente proporzionale, la qualità della propria esistenza in tutti i suoi vari aspetti.
Un supporto psicologico può essere utile:
-per una crisi temporanea,
-per favorire una crescita interiore personale,
-per delle esigenze di comprensione e/o di orientamento,
-per raggiungere una maggiore e migliore consapevolezza di sé, degli altri e delle proprie sfere vitali (familiare, sentimentale, sociale, lavorativa, scolastica),
-per dipanare e risollevare dinamiche e difficoltà affettive, sociali, familiari, relazionali, scolastiche, lavorative,
-per ritrovare la serenità e la felicità,
-per uscire da situazioni di stallo e/o blocco,
-per liberarsi da eccesso di ansia, stress, impulsi, pensieri, paure, difficoltà, etc.,
-per ristabilire equilibrio e giusto livello di umore e di autostima,
-per rimodulare e migliorare il proprio carattere e la propria personalità,
-per uscire gradualmente da abusi e dipendenze.
Un qualsiasi mutamento o evento nella propria esistenza, come cambiare lavoro, sposarsi, crescere, avere dei figli, superare degli esami, etc., può risultare di difficile elaborazione e superamento.
Così come anche un trauma come ad esempio un lutto, un incidente, la rottura di una relazione, il declino di un progetto lavorativo, la fine di una amicizia, etc. risultano, per così dire, di difficile personale "metabolizzazione" psicologica.
In tal caso un supporto psicologico può risultare un positivo e benefico aiuto, sostenendo la persona attraverso il disagio interno fino alla sua attenuazione e/o scomparsa. Esso può essere utile per migliorare e capire la propria parte interna ritrovando un giusto equilibrio in essa e con il mondo esterno.
Un aiuto psicologico porta a comprendere, riattivare e rinsaldare le proprie energie, capacità, soluzioni e motivazioni interne, permettendo in tal modo il superamento di blocchi ed ostacoli psichici.
Un supporto psicologico da parte di uno specialista della salute mentale può anche essere utile per creare uno spazio diverso da quelli abituali della vita di tutti i giorni, dove finalmente confidarsi e confrontarsi, e nel quale ritrovare punti di riferimento e risposte.
E' consigliabile e propositivo rivolgersi ad uno Psicologo quando un problema psicologico tende ad aumentare di intensità e frequenza, cronicizzando ed invadendo in modo disfunzionale tutte le varie sfere vitali, ma anche quando vi sono solo incertezze, dubbi, domande, etc. di natura psicologica che innescano medio-lievi sintomi psichici e che rendono problematiche le emozioni, le relazioni, il contesto affettivo, lavorativo, scolastico o familiare, etc.
Andare da uno Psicologo non significa, quindi, solo avere un problema psicologico; si può infatti usufruire della sua preparazione ed esperienza anche quando si cerca un parere di un esperto della psiche umana, quando si desidera informazioni e chiarimenti su tematiche di natura psicologica, quando si desidera guardarsi e capirsi dentro e/o quando si vuole un check-up sul proprio stato psichico.
Andare da uno Psicologo non significa inoltre una serie di incontri durante tanti giorni a settimana per molti mesi o anni; infatti molto spesso sono sufficienti poche sedute per arrivare agli obbiettivi descritti nelle righe precedenti.
E' altresì importante sapere e ricordare che l'onorario dello Psicologo non è altissimo e rigido, vi è infatti un Tariffario prestabilito dall'Ordine degli Psicologi Nazionale con cifre minime e massime, e dunque il professionista può stabilire le tariffe in base alla situazione del paziente e alla sua volontà. Dunque possono esserci differenze anche marcate tra uno Psicologo ed un altro, accentuate dal fatto che recenti leggi hanno tolto l'obbligo di tariffe minime (sempre nel rispetto dei Codici Professionali).
In sé per sé i sintomi psicologici non sono patologici e patologizzanti, anzi sono utili reazioni di allerta verso ciò che succede intorno e verso le ardue prove che la vita riserva ad ognuno. Se però essi aumentano progressivamente di intensità e frequenza, persistendo troppo a lungo nel tempo e incidendo negativamente nella vita della persona, occorrerebbe porre attenzione e rimedio a tali dinamiche in modo specifico con il supporto di uno Psicologo.
Senza inutile vergogna o negazione del problema sarebbe bene allora cercare e consultare uno specialista della psicologia come lo Psicologo; ciò non significherebbe certo essere bizzarri, matti o diversi, ma avrebbe solo e soltanto il significato intelligente di prendersi o riprendersi cura della propria salute e del proprio benessere psico-fisico, con una azione oculata, responsabile e risolutiva.
L'esistenza e l'iscrizione all' Ordine degli Psicologi garantisce che lo Psicologo sia laureato, abbia superato un esame di stato, abbia seguito un idoneo percorso formativo e risponda, attraverso l'Ordine, della qualità e della correttezza della sua prestazione professionale.
Lo Psicologo opera sia in ambito Pubblico (Sanità, Difesa, Giustizia, Enti Locali, Istruzione), che Privato (Aziende, Società Sportive, Società di Ricerca) in regime sia libero professionale che dipendente.
A differenza della stereotipata immagine di "strizzacervelli", lo Psicologo si occupa più in generale della salute dell'individuo, della coppia, della famiglia, delle organizzazioni, lavorando in termini di attivazione delle risorse, sviluppo delle potenzialità, prevenzione del disagio.
La professione di Psicologo e le prestazioni ad essa ricondotte sono indissolubilmente legate al diritto alla salute, che l'articolo 32 della Costituzione definisce come un diritto dell'individuo e un interesse della collettività
L'ordine garantisce che l'utente si relazioni con un professionista competente, aggiornato e che segue regole deontologiche ben precise.
La tutela dell'utenza è strettamente collegata alla salvaguardia dello specifico professionale, in tutti i suoi segmenti dalla formazione di base alla prassi operativa, e dal mandato sociale che da tale specifico deriva.
Il riservare certi atti ad una categoria professionale, perchè solo questa dispone delle conoscenze e competenze specifiche per esercitarli, è in primo luogo sancito a tutela dell'utente.
(Tratto da "Repubblica" del 01-04-2007)
Il ricorso alla consulenza, all'aiuto e al supporto dello Psicologo si sta sempre più diffondendo in modo graduale e costante. Nonostante ciò però, certe volte, permangono ancora dubbi di vario genere su tale figura professionale.
Per cercare di fare chiarezza si può affermare che lo Psicologo è, in breve, un dottore specialista della parte psichica dell'essere umano. In specifico egli si occupa di: prevenzione, diagnosi, abilitazione, riabilitazione e sostegno del disagio psichico e della promozione del benessere psicologico.
Tutto questo attraverso specifiche e comprovate strategie e tecniche di colloquio, ascolto, osservazione, comunicazione, empatia e mediante appositi e validati test di tipo psicosometrico.
L'intervento dello Psicologo non è assolutamente simile, e non può in alcun modo essere sostituito, da quello di un amico, di un familiare, di un sacerdote, di una guida spirituale, di un mago, etc., in quanto solo e soltanto egli possiede specifici strumenti professionali, conoscenze verificate e scientificamente validate, esperienza ed oggettività riguardo alle molteplici e delicate problematiche psicologiche.
La figura dello Psicologo non è neanche paragonabile a quelle dell'educatore, del coach, del counselor, etc., disponendo rispetto ad esse specifica preparazione circa problemi e disturbi psicologici; infatti solo a lui sono consentiti interventi di prevenzione, diagnosi, abilitazione, riabilitazione e sostegno in ambito psicologico.
Vi sono poi specifiche leggi che delineano l'intervento dello Psicologo e confermano ulteriormente, anche da un punto di vista legislativo, quanto scritto sopra.
Secondo la direttiva generale 89/48/CEE l'attività dello Psicologo consiste nell' "uso di strumenti conoscitivi e di interventi per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e dibattito in tale ambito" (art. 1, legge n. 56 del 1989).
Dunque, come già accennato, lo Psicologo è un professionista che si occupa della salute mentale dell'individuo; inoltre egli si avvale di metodiche proprie delle discipline psicologiche con l'intento di agevolare il miglioramento di disagi psicologici.
Lo Psicologo è laureato in Psicologia (secondo il percorso di laurea quinquennale / 5 anni) e successivamente ha passato un Esame di Stato per essere abilitato allo svolgimento della sua professione. Inoltre egli è presente, e deve essere necessariamente iscritto, in uno degli Ordini Regionali degli Psicologi presenti in Italia.
Lo Psicologo è in grado di intervenire su sintomi mentali specifici, problematiche affettive, relazionali e sociali, sia in età evolutiva (infanzia e adolescenza) sia in età adulta (a livello individuale, di coppia, della famiglia o di gruppo). Il suo supporto può dunque rivolgersi non solo all'individuo, ma anche a famiglie, coppie, gruppi e a ulteriori contesti sociali e lavorativi come aziende, strutture ospedaliere e assistenziali, scuole, carceri, comunità, etc.
Gli interventi dello Psicologo sono molti e tra di essi si possono annoverare:
Consulenza psicologica Valutazione psicodiagnostica Sostegno psicologico Counseling psicologico Abilitazione e riabilitazione psicologica Psicologia dell'infanzia e dell'adolescenza Psicologia dell'età adulta Psicologia della coppia Psicologia di gruppo Psicologia della famiglia Mediazione familiare Training autogeno Psicologia delle dipendenze Psicologia dello sport Psicologia scolastica Psicologia di comunità Psicologia penitenziaria Psicologia del lavoro Programmazione neurolinguistica Selezione e gestione del personale Analisi e gestione delle risorse umaneLo Psicologo, al contrario di leggendarie convinzioni, svolge la sua professione con il paziente in modo proattivo, circolare e deontologico; ovvero interagendo con la persona in modo paritario e dinamico. Inoltre egli rispetta moralmente e professionalmente la persona anche attraverso la conoscenza e l'applicazione del suo Codice Deontologico professionale.
In tal modo, sempre al contrario di quanto alcuni pensano, l'intervento dello Psicologo non è con il paziente sdraiato su un lettino che parla a "ruota libera", non dura anni, e le sedute non hanno solitamente una frequenza alta. Infatti oggigiorno molto spesso bastano pochi incontri per ristabilire il benessere interiore.
Lo Psicologo riesce ad empatizzare con i vissuti del paziente, sa valutarli in profondità alla ricerca delle cause alla base del disagio psichico, ed infine sa incentivare maggiori consapevolezze che possano portare ad un cambiamento o ad una presa di coscienza benefici.
La condivisione e l'esplorazione, con un professionista come lo Psicologo, della propria emotività, del proprio stato d'animo, dei propri vissuti, delle proprie ansie, paure, pensieri e così via, porta alla conquista di nuovi strumenti psichici, emotivi, sociali, relazionali, etc. per far fronte alle diverse problematiche mentali e vitali positivamente.
Il lavoro dello Psicologo consiste nel comprendere ed accogliere domande, sofferenze, incomprensioni, disagi, ricordi, blocchi, aiutando la persona ad acquisire maggiore consapevolezza, ordine, forza, strategia, motivazione nelle piccole, medie o grandi difficoltà psicologiche.
E' di molti la convinzione che andare da uno Psicologo porti alla conseguenza di sentirsi, di esser visti dagli altri, e di essere in concreto, pazzi o comunque menomati e/o diversi dalle altre persone. In realtà le dinamiche psicologiche sono presenti in tutti quanti ed hanno una loro fondamentale utilità di protezione, allerta, rapporto con l'esterno, collegamento con la propria parte interna, etc.
In altre parole alcune volte può verificarsi il fatto che, in persone maggiormente sensibili ed esposte e/o in particolari momenti della vita, certe dinamiche psichiche possono aumentare la loro frequenza e presenza nei vari contesti della persona, rendendo necessario il ristabilirsi della situazione precedente a tale fenomeno.
Si rende allora necessario l'aiuto ed il supporto di uno Psicologo, che magari in breve e senza enormi sforzi, riesce a far tornare funzionale, normale e in equilibrio la salute della parte mentale dell'individuo.
E' quindi propositivo l'appoggio di uno Psicologo quando un problema di tipo psicologico ingrandisce di intensità e di frequenza, pervadendo in modo patologico tutte le varie sfere vitali; ma il suo intervento è molto utile anche quando vi sono solo dubbi, domande, incertezze, blocchi, etc. di natura psicologica che generano piccole conseguenze psicologiche e che problematizzano relazioni, emozioni, contesti familiari, affettivi, sociali, scolastici, lavorativi, etc.
Consultare uno Psicologo non significa allora solo e soltanto avere un problema psicologico; si può infatti ricercare ed utilizzare la sua preparazione anche quando si ricerca un parere di un esperto o quando si vuole informazioni e chiarimenti su temi di tipo psicologico o ancora quando si desidera capirsi in senso interiore o quando si desidera una valutazione sul proprio stato psicologico.
In conclusione per quanto detto, il supporto di uno Psicologo è, al giorno d'oggi, una delle migliori risorse disponibili per ristabilire e mantenere la propria fondamentale salute psicologica e sarebbe superficiale e sciocco ignorare tale grande possibilità.
- LO PSICOLOGO, CHI E' COSTUI?
- Quando manca la serenità, quando ci si accorge di avere reazioni inadeguate che portano sofferenza a sé stessi e/o agli altri;
- Quando si ha la sensazione, o il timore, di non comprendere più il proprio vissuto, di perdere la bussola e il timone di se stessi e della propria vita;
- Quando si avvertono dei blocchi che ostacolano la propria capacità di scegliere, decidere, agire;
- Quando ci si trova in situazioni come: stallo – disagio – ansia - stress ingestibile - pensieri e impulsi fissi, intrusivi, inappropriati o irragionevoli - difficoltà comunicative, relazionali, sessuali - auto-svalutazione – autolesionismo - non accettazione di sé – depressione – disperazione - fasi critiche della vita - crisi d’identità - problemi esistenziali - euforia artificiale – dipendenze - perdita dell’autocontrollo - difficoltà nell’approccio con la realtà etc...
- Il fascino dell'esotico e dell'esoterico, della serie: io dallo psicologo non ci andrò mai... però, magari, un counselor, un antroposofista esistenziale, un guru, o, perché no, un mago che sistemerà tutto senza che io debba fare alcuno sforzo! Si, perché fino a quando nell'immaginario popolare le professioni dotate del "luciferino" prefisso psievocheranno ancora minacciosi fantasmi di stigma, follia e manicomi, apparirà certo più rassicurante recarsi da figure all'avanguardia, con nomi neutri o suggestivi, e magari in possesso di nuove tecniche e risposte che potrebbero "cambiarci la vita"!
Solitamente, più grossa è la promessa e più grossa è la fregatura. Tralasciando i casi estremi, che ci auguriamo possano essere sempre più rari - anche se, come ci mostrano i giornali, fragilità e scarsa informazione portano ancora molte persone a farsi irretire da sette e ciarlatani, ricevendone danni notevoli sul piano economico, psicologico e sociale, quando non addirittura una compromissione della salute e dell'incolumità personale - può essere utile soffermarci sui counselor, di cui si parla sempre più spesso. A prescindere dalla buona fede e dalla serietà di chi si presenta come tale, ciò che bisogna sapere è che in Italia quella del counselor è una professione riconosciuta, ma non regolamentata. Ciò vuol dire che non è sempre facile risalire ai percorsi formativi dei counselor, perché non esistono iter previsti per legge. Questi professionisti tendono ad autorganizzarsi tramite associazioni di categoria (ce ne sono molte, e molto diverse fra loro), però in teoria chiunque potrebbe presentarsi come counselor senza incorrere in sanzioni da parte dello Stato. Esistono scuole che rilasciano ufficialmente la qualifica di counselor, ma hanno una durata massimo triennale, e tra i requisiti di ammissione non è richiesta quasi mai la laurea in Psicologia (o una qualsiasi altra laurea). Già da ciò si evince il divario formativo che esiste fra la figura dello psicologo e quella del counselor.
L'attività di semplice counseling, che è di fatto una relazione di aiuto basata su percorsi consulenziali e di sostegno, può quindi - in mancanza di una legge dello Stato - essere esercitata da chiunque, mentre il counseling psicologicorientra fra le competenze previste dalla legislazione italiana per la figura dello psicologo, e può essere praticato esclusivamente da psicologi, senza alcuna formazione aggiuntiva a quella prevista dalla normativa vigente per esercitare la professione. E' bene sapere queste cose, per scegliere consapevolmente la figura cui rivolgersi, tenendo ben presente che cambiar nome al professionista non vuol dire cambiare i problemi (ma la competenza con cui li si affronta può cambiare, e non poco....) - E se bastasse una pillola? E' semplice: non basta. E, nei rari casi in cui basta, forse se ne poteva fare a meno (è il ben noto "effetto placebo": pensando che ci sentiremo meglio ci rassicuriamo, riuscendo così a vivere diversamente le difficoltà... almeno per un po').
E' anche vero che la psicofarmacologia è da decenni in rapida espansione, e che nel caso di alcuni disturbi un percorso di cura farmacologica - sotto stretto controllo medico - può essere d'aiuto, specie se sostenuto da adeguato intervento psicologico. Non va però dimenticato che la conoscenza del meccanismo d'azione delle sostanze psicoattive è tuttora limitata, e che l'alterazione del nostro assetto biochimico cerebrale può determinare effetti secondari e collaterali non sempre prevedibili o positivi.
Quindi, se qualcuno ci suggerisce che basterà qualche pillola perché tutto vada a posto, pensiamoci due volte...
Malgrado la cultura psicologica si stia costantemente diffondendo nella società, esiste ancora molta confusione sulla figura dello psicologo, su chi sia e cosa fa, e su cosa lo distingua dagli altri specialisti della mente. E’ opportuno mettere un po’ d’ordine in questa sorta di grande minestrone psicoculturale, per capire quando e perché può essere utile rivolgersi allo psicologo, o ad uno dei suoi vari “colleghi”.
Come lascia intendere la parola stessa, lo Psicologo è lo specialista che si occupa della psiche umana, sia sul piano conoscitivo - tutto ciò, quindi, che riguarda ricerca, didattica e sperimentazione volte ad ampliare le diverse conoscenze sul comportamento e sulle dinamiche psicosociali - che clinico-operativo: dalla promozione del benessere alla prevenzione del disagio psichico, fino alla diagnosi, al sostegno psicologico, al consiglio e all’indirizzamento verso un differente professionista della salute psichica, quando più adeguato al caso.
Inoltre, in base ai suoi interessi personali e alla sua formazione, egli può rivolgersi non solo alle persone, ma anche ai gruppi (coppie, famiglie e altro ancora), ad interi organismi sociali (come scuole, aziende, strutture assistenziali) e alla comunità.
Qualche domanda può aiutare a capire meglio chi è e cosa fa uno psicologo in ambito clinico.
E’ sufficiente una laurea triennale per essere psicologi?
No. Il Dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche, la nuova figura introdotta dalla riforma universitaria(L.170 dell'11 luglio 2003) possiede alcune competenze tecniche, soprattutto psicometriche, progettuali e di ricerca, e può iscriversi ad una sezione apposita dell'Albo (sezione B), ma per attività complesse si deve appoggiare ad uno Psicologo (laureato quinquennale iscritto alla sezione A dell'Albo), e non può iscriversi a scuole di specializzazione in psicoterapia.
Lo psicologo prescrive farmaci?
No, non è un medico. Il suo lavoro clinico consiste nel comprendere ed accogliere la sofferenza, i vissuti e le domande, implicite o esplicite, di chi si rivolge a lui, allo scopo di aiutarlo ad acquisire una maggior consapevolezza di sé e delle proprie difficoltà e potenzialità, mettere ordine nella propria vita ed agire nella direzione desiderata.
Lo psicologo può essere sostituito da un amico?
No, perché un amico non ha quell’obiettività e quegli strumenti tecnico-professionali di cui dispone uno specialista della mente.
Lo psicologo è qualcosa di simile a un coach, un educatore, una guida spirituale?
No, è una figura professionale diversa, anche se, quando richiesto, la sua azione può essere di tipo psicopedagogico e informativo.
Lo psicologo può essere sostituito da un sacerdote?
No. Anche se esistono disturbi psichici a contenuto religioso, le aree di competenza restano distinte, poiché il sacerdote è essenzialmente una guida morale e spirituale.
Ma allora, cosa fa uno psicologo, in concreto?
Lo psicologo agisce promuovendo il benessere psichico attraverso strumenti come l’ascolto empatico, la comunicazione e varie tecniche di analisi, misura e osservazione (tra cui i test psicometrici), integrati dai dati degli esami fisici (quando necessari ad una corretta diagnosi) e dell'anamnesi psicosociale, vale a dire la raccolta delle informazioni biografiche utili per comprendere la complessità della situazione. (Il lettino invece, contrariamente a quanto si pensi, è un elemento del repertorio classico dello Psicoanalista, e lo psicologo solitamente non ne fa uso).
E tutti gli altri Psi…psicoterapeuti, psicoanalisti, psichiatri…? E il neurologo?
Sono altri specialisti della mente, con competenze distinte rispetto allo psicologo, anche se a volte le aree d’intervento possono sovrapporsi.
Lo Psicoterapeuta è uno psicologo (o un medico) che ha seguito una scuola di specializzazione (almeno quadriennale) in Psicoterapia, cioè una specifica tecnica d’intervento sui disturbi psicopatologici. Esistono varie Scuole di Psicoterapia, ognuna con la sua tecnica, diversa dalle altre; ciò non deve stupire, poiché la mente umana è complessa, e si può guardare ad essa da diverse angolature - ad esempio concentrandoci prevalentemente sul suo aspetto osservabile, il comportamento, o su variabili più interne, come pensieri, emozioni, impulsi; su aspetti maggiormente consapevoli, o piuttosto prevalentemente inconsci; sui vissuti soggettivi o sulle dinamiche relazionali, o ancora sugli aspetti psicofisiologici e psicosomatici… Qualunque sia la Scuola a cui fa capo, lo Psicoterapeuta è comunque un professionista specializzato nella terapia dei disturbi psichici, e il suo intervento è quasi sempre indispensabile in caso di situazioni cronicizzate o molto complesse.
Lo Psicoanalista probabilmente nell’immaginario collettivo è il professionista della mente per antonomasia. Si tratta di uno psicologo o un medico specializzato in Psicoanalisi, ovvero una particolare forma di psicoterapia le cui basi risalgono a Freud, e successivamente evolutasi in molteplici direzioni. Come per la psicoterapia, infatti, non esiste un solo tipo di psicoanalisi, ma diverse, in base all’orientamento delle diverse Scuole Psicoanalitiche. Ciò che le accomuna è l’approcciarsi alla dimensione inconscia della mente, e l’utilizzo di tecniche cliniche come la libera associazione e l’interpretazione dei sogni. Tuttavia, è ancora possibile trovare chi esercita la professione di Psicoanalista senza essere né psicologo né medico. E’ anche bene precisare che non tutti gli psicoanalisti, come si tende a immaginare, fanno uso del lettino - anche in questo caso, dipende dalla scuola di appartenenza. In genere il percorso analitico dura a lungo (diversi anni) e ha come scopo principale la conoscenza di sé in profondità, non solo la remissione del disagio o del sintomo.
Lo Psichiatra è un medico specializzato in Psichiatria. Poiché la specializzazione in psichiatria comprende anche alcuni corsi di psicoterapia lo psichiatra dal punto di vista legale viene correntemente equiparato allo psicoterapeuta (sebbene attualmente ciò sia oggetto di discussione in alcuni ambienti professionali). La specificità della sua formazione è nell’essere fondamentalmente medica, incentrata sui correlati genetici e fisiopatologici dei disturbi psichici, ed è quindi portato all'uso degli psicofarmaci quale metodo elettivo di trattamento. Tende sovente a intervenire con prescrizioni farmacologiche anche in caso di disturbi medio lievi, o addirittura squisitamente psicologici (ad esempio, difficoltà esistenziali o relazionali generanti ansia, depressione, insonnia, ecc.), come del resto tendono a fare anche gli stessi medici di famiglia (non psichiatri) consultati. Si tratta di situazioni in cui la collaborazione con uno psicologo sarebbe vivamente consigliata, per un trattamento più adeguato del problema. Invece negli stati di sofferenza molto gravi ed acuti, in cui è forte l’azione di una componente biochimica (si pensi ai “raptus” violenti e omicidi, agli stati confusionali, alle depressioni profonde specie se “irragionevoli”, al rischio suicidario, ed a tutti i casi in cui le condizioni psichiche appaiono così compromesse da rendere difficile o impossibile la relazione terapeutica) l’intervento psichiatrico è indispensabile - sebbene esso sia sempre più opportunamente integrato con il supporto psicologico/psicoterapeutico, e con quello assistenziale da parte delle strutture preposte (centri di igiene mentale, comunità terapeutiche etc).
Il Neurologo è anch’egli un medico, specializzato in Neurologia. Talvolta viene confuso con lo psichiatra, perché un tempo le due professionalità erano fuse (esisteva infatti la specializzazione in "Neuropsichiatria", mentre oggi esiste solo quella in Neuropsichiatria Infantile). Egli si occupa delle disfunzioni del sistema nervoso sul versante squisitamente organico - pensiamo, ad esempio, a condizioni come Epilessia, Traumi Cranici, Demenze - intervenendo in modo farmacologico, chirurgico e riabilitativo (solitamente in collaborazione con altre figure professionali, come fisioterapisti o anche psicologi). Non è invece abilitato a diagnosticare e trattare problemi psicologici, salvo nei casi in cui i sintomi psichici abbiano in realtà un’origine organica - come si osserva in certe forme d’intossicazione o di Epilessia del Lobo Temporale, ad esempio. Purtroppo, a causa della persistenza del luogo comune che psichiatri e psicologi siano “i medici dei pazzi”, accade ancora che alcuni medici di famiglia siano costretti a inviare pazienti “ritrosi” al neurologo, anziché allo specialista più opportuno.
E qui si apre il discorso sui luoghi comuni che ancora aleggiano, nell’immaginario collettivo, sulle figure di Psicologi, Psicoterapeuti, Psicoanalisti e Psichiatri, come spettrali e paurosi fantasmi.
Andare dallo Psicologo significa essere matti?
Molti sono ancora convinti, per scarsa conoscenza della materia, che avere un problema psicologico significa essere pazzi. Da qui, il rifiuto dell’esperto in salute psichica.
In realtà, i problemi psicologici fanno parte della vita di tutti, ed essere “matti” è piuttosto un’esperienza estrema, fortunatamente poco frequente, confinata al grande regno delle Psicosi. Gli psicotici non curati molto difficilmente si rendono conto della propria condizione, perché il loro problema di fondo, per quanto sia eclatante ad occhi esterni, è la perdita di contatto con la realtà; per cui, chiedersi se si è “matti” equivale sostanzialmente a non esserlo!
Ma allora, quand'è che è consigliabile andare dallo Psicologo?
Quando un problema è tale da non poter essere affrontato con i propri mezzi, o con l’aiuto degli altri.
La sofferenza non è di per sé patologica, anzi, è una reazione “sana” - significa che manteniamo il contatto con la realtà di fronte a prove anche dure che la vita ci sottopone (pensiamo a un lutto, un incidente, la rottura di una relazione importante, il fallimento di un progetto ambito…) – ma è necessario esser consapevoli che un dolore o una difficoltà che persistono troppo a lungo molto probabilmente non passeranno da soli, ma piuttosto si cronicizzeranno. Se il “fai da te”, i consigli di parenti e amici, i suggerimenti e gli aiuti del medico non hanno funzionato, generando un appuntamento quotidiano con il malessere che finisce per ripercuotersi e condizionare pesantemente la vita di tutti i giorni, magari continuiamo sempre a sperare che col tempo che cose possano migliorare...ma quando?
Come se poi non bastasse, in certi casi il fai da te potrebbe anche tradursi in “cure” inadatte, e portare all’erronea convinzione che non si potrà mai migliorare perché si è già fatto “tutto il possibile” (almeno dal proprio punto di vista…) E non parliamo del rischio di incorrere in ciarlatani.
In situazioni di questo tipo, andare dallo psicologo significa essere responsabili e impegnarsi concretamente a migliorare la qualità della propria vita.
Ecco degli esempi:
Chi non riesce a farcela da solo e ricorre allo Psicologo, è un debole?
E' abbastanza evidente che ci vuole molta più forza, consapevolezza e coraggio nello scegliere di affrontare le proprie difficoltà nel modo opportuno, che fingere non si tratti di nulla, scappare da se stessi e nascondere la testa sotto la sabbia a mò di struzzi…
Problemi vecchi, "soluzioni" nuove....
Dato che guardarsi dentro e mettersi in discussione può spaventare, ecco che spesso ci si rivolge ad altre tipologie di servizi per "curare" il proprio disagio interiore, nell'errata ma diffusa convinzione che possano essere di pari o addirittura maggior efficacia di quelle psicologiche.
Andare da uno “psicologo” non può essere pericoloso?
Esistono mille varianti di questo luogo comune, perché mille sono i modi in cui si tenta di sfuggire ai propri problemi (non è autolesionismo, non sempre almeno…ma piuttosto un ingenuo tentativo di autorassicurarsi pensando “non è niente”, “ce la faccio” “non ne ho bisogno”…):
Gli psicologi sfasciano le famiglie
Gli psicologi fanno perdere la fede
Gli psicologi fanno il lavaggio del cervello
E via immaginando, o meglio proiettando i propri timori. E’ bene chiarirlo una volta del tutto: gli psicologi non hanno tutto questo potere. Se gli equilibri della propria vita cambiano in seguito ad un lavoro di tipo psicologico, è perché evidentemente prima qualcosa non funzionava.
Certo, è anche importante scegliere con cura il professionista cui ci si affida, come faremmo con un medico, un architetto, un avvocato…è bene verificarne l’appartenenza all’Albo degli psicologi, e se ci sembra troppo approssimativo, superficiale, e poco professionale sul piano deontologico….meglio cambiare.
Veniamo alla salute del portafoglio. Le spese per le sedute dallo psicologo sono detraibili dalla dichiarazione dei redditi?
Signorsì. L’Agenzia delle Entrate, con la circolare n.20 del 13/05/11, riconosce esplicitamente di aver equiparato, ai fini della detrazione IRPEF, le prestazioni sanitarie psicologiche e quelle mediche. La detrazione è applicata al totale delle spese sanitarie eccedenti la franchigia di 129,11 Euro, in misura del 19%. Tale detrazione non si applica invece alle spese per colloqui con il counselor o con altri professionisti di ambito non sanitario.
Per poter detrarre le spese per lo psicologo non è necessario che le sedute siano state prescritte dal medico di base, ma è fondamentale farsi rilasciare le fatture dallo psicologo stesso. Fatture, non ricevute semplici: devono contenere i dati del professionista (domicilio, codice fiscale, partita IVA), il nome e l'indirizzo del destinatario, la data, la numerazione, l'indicazione del tipo di prestazione, lo scorporo dei valori in fattura con relativa descrizione, e infine una marca da bollo di € 1,81 se l'importo della fattura supera i 77,47 Euro).
Non abbiate timore a chiedere la fattura, per lo psicologo rilasciarla è obbligo di legge.
E chi non può permettersi un trattamento lungo e costoso cosa può fare?
Sfatiamo innanzitutto un po' di miti su costi, frequenza e durata.
√ Molto raramente andare da uno psicologo significa impegnarsi per anni.
Anche qui, si tende a confonderlo con la figura dello psicoanalista, che nell’immaginario popolare si prende carico per tempi virtualmente infiniti di pazienti nevrotici e facoltosi, decisi ad esplorarsi fino in fondo (e c'è sempre qualcosa in più da scoprire..) distendendosi comodamente sul lettino per un’ora quattro-cinque volte a settimana.
Ma le cose, solitamente, sono diverse. Dallo psicologo non di rado sono sufficienti poche sedute per mettere meglio a fuoco la propria situazione; a volte anche uno o due incontri bastano a una persona per sentirsi aiutata, e non si sente il bisogno di tornare. Tuttavia, in questi casi è necessario essere davvero motivati al cambiamento, e ad abbandonare modi di pensare e di agire inadeguati.
Anche quando si deve affrontare un percorso più impegnativo, solitamente è sufficiente un incontro a settimana in fase iniziale, e, in seguito, un paio di sedute al mese (o anche meno) sono adeguate a supportare il lavoro su se stessi favorendo al contempo la progressiva autonomia della persona rispetto allo Psicologo.
√ Va anche detto che l’onorario dello Psicologo non è rigido.
Il Tariffario stabilito dall’Ordine lascia ampi margini che consentono al professionista di stabilire, in base al caso e alla situazione (anche quella economica di chi si rivolge a lui) la cifra più opportuna. Se l'onorario del professionista cui ci siamo rivolti è al di fuori del nostro budget, non scoraggiamoci. Cerchiamo ancora.
√ Infine, ricordiamo che presso la ASL e altre strutture convenzionate o del privato sociale, è spesso possibile avere un aiuto psicologico quasi (o del tutto) gratuito.
Se tali servizi sono ben organizzati, l'assistenza fruibile è ad ampio spettro, polispecialistica. Tuttavia, la copertura territoriale offerta dal Servizio Sanitario Nazionale è insufficiente: l'assistenza dello psicologo in alcuni comuni e distretti locali non è garantita, oppure i professionisti sono troppo pochi e si è costretti a sopportare lunghe code di attesa (col rischio, nel frattempo, di assistere impotenti al peggioraramento delle proprie difficoltà).
Bisogna purtroppo riconoscere che nella nostra nazione le istituzioni non colgono adeguatamente il bisogno diffuso di interventi a supporto del benessere e della qualità della vita, e poco o nulla viene fatto per la prevenzione del disagio e della psicopatologia. Non esiste lo "psicologo di base", una figura familiare che possa seguire ogni cittadino lungo l'arco della sua vita, accompagnandolo nei momenti critici e nelle fasi delicate dell'esistenza; ecco che quindi, spesso, la sola opzione disponibile per chi ha bisogno è il professionista privato, o un'altra figura (counselor, coach...), magari più accessibile economicamente, ma priva di un'approfondita formazione di tipo psicologico.
Ecco perché uno degli obiettivi che ho da sempre più a cuore è poter offrire servizi accessibili alla maggior parte delle persone, nella convinzione che la Psicologia debba essere una risorsa per tutti (e non un "lusso" per pochi, come spesso, tristemente, accade).
Parliamo di onorari! (Ovvero, il mito dei 100 Euri)
In realtà, se si cerca con attenzione, si può notare che esistono psicologi "per tutte le tasche". Questo perché i criteri con i quali ogni professionista fissa l'onorario variano in base a numerose considerazioni (zona in cui si lavora, spese di gestione dello studio, anzianità, tipo di servizi offerti, valori e teorie di riferimento, strategie promozionali, ecc....) Ad esempio, ElencoPsicologi.it permette di selezionare gli psicologi anche in base al costo del primo colloquio. Si noterà facilmente che i famigerati 100 Euri a visita spesso non sono che un divertente aneddoto popolare!
Certo, in generale siamo lontani, nel privato, dall'offerta di servizi psicologici "economici". Perché gli psicologi costano? Molti se lo chiedono, pensando che la spesa sia eccessiva, e non considerando il fatto che "costano" (spesso anche molto di più!) tutti i professionisti che lavorano in proprio: avvocati, medici con studio privato, commercialisti...
Gli psicologi che lavorano come dipendenti del SSN e che quindi ricevono regolare stipendio dallo Stato sono pochissimi, perché pochissimi, purtroppo, sono i posti che uno Stato ancora così disattento al benessere dei suoi cittadini prevede nelle sue strutture. La quasi totalità degli psicologi lavorano quindi privatamente, ed il loro onorario non è un valore "netto": da esso vanno detratte tasse, contribuiti pensionistici - dei quali solo una minima parte è addebitata in fattura - eventuale affitto dello studio e assicurazione, spese per ferie, malattie e aggiornamento professionale. Se poi si pensa anche alle fluttuazioni tipiche della libera professione, si comprende come possa non essere facile trovare un compromesso fra le esigenze economiche dei professionisti e il desiderio di offrire servizi accessibili a tutti.
Tuttavia, va anche detto che, in determinati casi, quello dell'onorario è un falso problema: una sorta di "moratoria" che ci concediamo per non mettere in discussione la strada che finora abbiamo seguito, anche se rasenta il precipizio o si dirige verso un vicolo cieco...
In realtà, la domanda da porsi è questa: sono disposto a spendere per il mio benessere e la mia tranquillità, e quella dei miei cari? Laddove "spendere" non è solo il pagare l'onorario dello psicologo, ma è dedicare spazio, tempo, energie, volontà ed impegno alla comprensione e allo scioglimento dei nodi della propria vita. Con qualche piccola rinuncia alle spese e alle cose superflue....
Non per dire una cattiveria, ma se nessuno avesse problemi lo psicologo finirebbe di lavorare…Non è vero. Molti si stupirebbero sapendo che una buona parte di coloro che consultano uno psicologo non hanno alcun particolare problema. Si può ricorrere ai suoi servizi ogni qual volta si desidera anche solo semplicemente il parere di un esperto della mente su una particolare situazione (che viene analizzata a fondo, e non in modo sommario come accade nelle rubriche dei giornali..), o si ha voglia di guardarsi dentro per conoscersi meglio, o si abbisogna di informazioni e chiarimenti su temi psicologici, o ancora, si desidera un controllo sul proprio stato di salute psichica a scopo preventivo...anche questo, un comportamento di grande responsabità verso il proprio benessere e quello di chi ci è vicino.
Ravenna è la città degli psicologi. Ravenna è piena di psicologi e di persone che vorrebbero fare lo psicologo. Ravenna è anche una città d'arte. I mosaici di Ravenna sono famosi in tutto il mondo. Forse qualcuno ricorda che Ravenna è stata capitale dell'Impero Romano. Ha ospitato Dante, dato rifugio ad Anita e Giuseppe Garibaldi. Ma Ravenna non è solo arte e cultura. Ravenna è anche divertimento. La spiaggia di Marina di Ravenna è sinonimo di festa. Nei pressi di Ravenna c'è il parco giochi di Mirabilandia.
Ravenna è una città a misura d'uomo, ma per essere una città di provincia è in grado di offrire numerose attrattive.
Il verde pubblico non è tantissimo all'interno della città di Ravenna, ma basta fare qualche chilometro fuori dalla città di Ravenna per immergersi nella famosa pineta di Ravenna.
Salute a tutti voi.
Questa potrebbe sembrare una domanda stupida, forse strana o senza senso. Ma come descrivereste voi (psicologi), nel concreto, il lavoro dello psicologo?
In cosa consiste il lavoro dello psicologo? Non intendo in termini teorici, ma in termini pratici. Il lavoro dello psicologo consiste solo nell'ascoltare? Se la risposta è no - come immagino - quali sono gli strumenti a disposizione dello psicologo e come vengono adoperati IN CONCRETO durante la seduta con il paziente?
Mi pare legittimo spiegare le ragioni di questo mio interesse. Semplice: nessuno psicologo è in grado o vuole rispondere a questa mia domanda (ah io sarei un paziente, dimenticavo!). Ne consegue una totale sfiducia nei confronti dello psicologo stesso che ai miei occhi appare come una creatura dalla personalità indefinita, dalla testa vuota (perchè non esprime idee proprie) e incapace di interagire o che al massimo ripete quello che io stesso gli ho detto (tipo gli indovini, per intenderci).
Nel concreto da otto mesi vedo una psicologa e non riesco a venirne a capo. Ne parlavamo negli ultimi due incontri ma non se ne cava un ragno dal buco: in cosa consiste il lavoro dello psicologo? Certo ci siamo trovati d'accordo nel sostenere che già ritrovarsi a dover rispettare l'impegno di andare dallo psicologo in qualche misura comporta una serie di cose. Certo. E poi?
La mia sensazione e che nemmeno gli psicologi lo sappiano; la butto là in modo forse provocatorio ma francamente, considerata la totale mancanza di reazione alle mie richieste nel corso dei secoli, è l'unica cosa che mi viene in mente. L'unica cosa che posso dire è che durante questa esperienza, una delle esperienze più lunghe che ho avuto con una psicologa, l'unico segnale positivo che ho potuto notare è che c'è da parte sua un tentativo per "vie traverse" di "comunicare" con me, di affrontare i SUOI dubbi (anche se lei non ne è consapevole perchè è troppo concentrata a rimanere neutrale e distaccata) e questo la rende più comprensibile e identificabile come persona. Altrimenti la seduta funziona che io parlo e lei ascolta. Dice due parole e io parlo. Fà delle osservazioni che potrebbe fare chiunque e io parlo. Ma il punto è che posso farmele anche da solo quelle domande e darmi le risposte... Cioè se questa è la psicoterapia io sono andato ben oltre: faccio un salto dall'altra parte della scrivania e mi metto a scrivere libri a manetta e finalmente ho trovato un lavoro semplice e poco faticoso. E' questa la psicoterapia?
E' chiaro che determinati atteggiamenti sono riconducibili al fatto che lo psicologo nel rapporto con il paziente non può metterci troppa farina del suo sacco (il sacco dell'anima, intendo... anche se non ho capito perchè viste le ragioni di cui sopra e visto che secondo me se una persona non si espone non c'è contatto, se non c'è contatto non c'è relazione, se non c'è relazione non c'è fiducia, sfiducia, simpatia, antipatia, stima o quantaltro) ma, mi chiedo, è normale che uno psicologo sia talmente distaccato da sembrare poco intelligente - diciamo -, assente o, meglio ancora superfluo?
In sostanza, qual è la differenza tra parlare con uno psicologo, con un buon amico o ragionare da soli o magari con il proprio gatto? Se il decalogo dello psicologo ci dice che lo psicologo non può essere amico del paziente perchè con un amico non si fà psicoterapia allora ne deduco che nel rapporto psicologo-paziente dovrebbero essere evidenti determinati elementi che invece dovrebbero mancare nel rapporto che il soggetto ha in altri contesti con altre persone. E quali sono questi elementi (cioè la "manifestazione" concreta del lavoro di psicoterapia)? Perchè io, francamente, non li vedo! Vedo solo una persona seduta davanti a me e il non capire in cosa consiste il lavoro dello psicologo non mi fà capire chi sono io, come paziente, in una certa misura mi deprime a livello intellettuale.
Ci sono tante materie della psicologia che portano a tanti mestieri dello psicologo come ad esempio:
psicologo del lavoro (esempio di lavoro: individua il tipo di personalità migliore per un determinato tipo di lavoro)
psicologo sociale (esempio di lavoro: individua quali sono i cambiamenti di una campagna pubblicitaria sugli atteggiamenti del pubblico dopo l'esposizione alla stessa).
Lo psicologo che frequenti tu è invece sicuramente uno psicologo clinico. Quindi la domanda corretta che fai tu è: quali sono le differenze tra uno psicologo clinico e un buon amico?
Allora… compito dello psicologo clinico è innanzitutto fare una diagnosi di quale (o quali ) disturbo tu soffri (ammesso che ne soffri di qualcuno). E ti dico che ci sono dei criteri internazionali sui quali tutti gli psicologi si dovrebbero basare per stabilire se una persona è ad esempio depressa, ansiosa, soffre di un disturbo unipolare a o bipolare eccetera (1° differenza con un amico)
Dopo la diagnosi dovrebbe procedere alla “terapia” per farti guarire cioè alla psicoterapia.
Come? Apriti cielo!
Ci sono una infinità di orientamenti terapeutici e nessuno di questi è scientifico nel senso tradizionale del termine. Cioè nessuno garantisce che dato il paziente che soffre del disturbo x applicando il trattamento y otterrai il risultato z. Assolutamente no.
Alcuni sono scientifici invece nel senso statistico del termine: ovvero dato il disturbo x applicando il trattamento y è successo spesso il risultato circa z positivo. Cioè si sono fatte delle ricerche statistiche sul successo di determinate forme di psicoterapia nel trattare un determinato problema psichico. (2° differenza con un amico)
Uno psicologo clinico inoltre conosce tutti i disturbi somatici che potresti avere se continui a soffrire di quel determinato disturbo psicologico nel tempo (fai ad esempio delle ricerche su google per ansia stress depressione eccettera… ad esempio chi soffre di stress ha statisticamente più possibilità di avere l’ulcera allo stomaco lo sapevi?) e anche tutte le malattie organiche che possono influire nei disturbi psichici, ad esempio problemi alla tiroide possono portare alla depressione. (3° differenza con un amico)
Ora qui io voglio dire una cosa che credo sarà contraddetta da molte persone in questo forum ma allo stato attuale delle mie conosce (ripeto sono un laureato triennale) è la mia personale opinione.
Le differenze più importanti con un amico secondo me sono la 1° e la 3° non la 2°.
Perché è vero che uno psicologo clinico/psicoterapeuta è abituato a sentire i problemi delle persone perché lo fa per lavoro. E’ vero che conosce (o dovrebbe conoscere ) le forme di psicoterapia migliore per risolvere un determinato tipo di problema come detto prima, però altrettanto vero che anche un amico, un prete, una ragazza, lo zio tom, un professore, una figura di stima potrebbe guarirti.
Ora prima che per questa mia dichiarazione si scatenino delle polemiche vorrei fare un ulteriore precisazione.
Come detto prima di psicoterapia c’è né sono tante.
Uno psicologo/psicoterapeuta comportamentale è a conoscenza di tutti questi esercizi e nel caso te li fa applicare. Ora qui ci sarebbe un discorso lunghissimo da fare, ma ti posso dire che anche se è un tipo di terapia che non agisce direttamente sulla causa del problema non è detto che non faccia sparire la causa stessa oltre che le manifestazioni.
Ora veniamo invece ad uno psicologo/psicoterapeuta che vuole ristrutturare le tue credenze. E questo credo sia il caso tuo. Questo tipo di psicologo ha studiato per anni le dinamiche mentali interne di un individuo e i metodi per potenziarle!
Cercherà di capirle, ti ascolterà a lungo, e al momento opportuno ti dirà delle cose per cercare di fartele affrontare al meglio, per cercare di farti trovare al tuo interno le risorse migliore per sconfiggerle definitivamente. Ha studiato per anni per fare questo e sono anni che ascolta la gente. Ma siamo tutti individui unici e irripetibili e le nostre interazioni sono altrettanto irripetibili.
Uno psicologo (inteso terapeuta dinamico) che non va bene per te potrebbe andare bene per un altro e viceversa. E non è neanche detto che sia uno psicologo quello che ti potrà far “guarire” e non invece magari un monaco tibetano o uno scrittore. Il mio professore si storia della psicologia considerava il più grande psicologo di tutti i tempi (però ripeto nel senso dinamico come appena definito) William Shakespeare! “Solo” al secondo posto metteva Carl Rogers psicologo americano . Magari (e dico magari, nessuno di noi qui ha la possibilità ovviamente di saperlo) il tuo psicologo se né anche accorto che non potrà farti guarire, ma lui è una persona come tutti gli altri e alla fine per campare ha anche lui bisogno di soldi quindi fino a quando non te né andarti tu certo lui non ti dirà di andare via.
In questo senso qui io credo che uno psicologo non abbia molte differenze con un amico.
Il lavoro dello psicologo- psicoterapeuta cambia molto a seconda del momento in cui si trova la coppia o l’individuo che chiede l’intervento di sostegno o la psicoterapia in un percorso di separazione.
Lo spazio psicoterapeutico può essere comunque connotato come spazio di conoscenza e consapevolizzazione di ciò che non ha funzionato nel rapporto e di comprensione delle responsabilità individuali dei coniugi.
Lo psicologo o lo psicoterapeuta possono fornire sostegno a coloro che sono coinvolti nella separazione (siano essi i coniugi o i figli) e una migliore comprensione di una realtà complessa e dei propri vissuti.
Questo permette a ciascuno di elaborare i propri sentimenti che altrimenti dilagano e contaminano una situazione che è già difficile.
L’intervento dello psicologo psicoterapeuta permette di uscire dalla conflittualità e dal rimuginare che fa rimbalzare il pensiero tra impotenza e senso di colpa e permette di elaborare e rimuovere gli ostacoli che impediscono di trovare un nuovo adattamento alla nuova situazione.
Forse è utile, però, entrare un po’ più nello specifico del discorso per comprendere anche qual è il modo migliore di intervenire nei vari momenti del percorso di separazione.
Intervento dello psicologo nei vari momenti della separazione: terapia di coppia, individuale o familiare?
Seguendo una linea esplicativa di grande efficacia vogliamo prima scomporre il percorso della separazione in fasi differenti e successivamente proporre i diversi interventi effettuati in queste varie fasi dagli Psicologi e Psicoterapeuti
Presso lo Studio di Psicologia e Psicoterapia EmotivaMente tutti gli psicologi e psicoterapeuti lavorano per attivare con decisione le risorse presenti nelle famiglie e negli individui che si rivolgono loro con l’obiettivo di superare le difficoltà presenti al fine di trasformare il momento di difficoltà in una reale opportunità di raggiungere una situazione di benessere stabile e duratura.
In un percorso di separazione si possono presentare i seguenti momenti:
- Fase dell’alienazione: Si intende per alienazione il sentimento che uno dei coniugi prova quando inizia a percepire una sensazione di distacco dalla situazione familiare.
Di solito corrisponde a livello del sistema familiare ad una situazione di stallo in cui i membri sembrano opporsi al naturale e necessario cambiamento del sistema.
Quando l’evoluzione del sistema si blocca (per esempio quando la naturale coesione nella coppia è bloccata dall’intrusività delle famiglie di origine; oppure quando un genitore non riesce ad accettare che i figli attraggano l’attenzione del coniuge; oppure, infine, nel caso in cui una dipendenza da alcol, droga o gioco d’azzardo si intrometta nella coppia) è possibile che cominci a serpeggiare una sensazione di estraneità e la sensazione di non condividere più il progetto di coppia e familiare.
Gli Psicologi e Psicoterapeuti in queste situazioni iniziano con una consulenza familiare che può permettere di comprendere pienamente il senso di questa situazione di stallo.
Successivamente la consulenza dallo psicologo può trasformarsi in un percorso con uno psicoterapeuta individuale, familiare o di coppia, che permetta di superare i problemi emersi utilizzando le risorse presenti ai vari livelli.
Lo Psicologo Psicoterapeuta si muoverà così per aiutare colui o colei che ha deciso di separasi a comprendere pienamente la propria ambiguità e a superarla accogliendo responsabilmente e serenamente le conseguenze dei propri bisogni e dei propri sentimenti.
Chi è lo psicologo, quali le sue competenze umane e tecniche per riuscire a comprendere e differenziare tra chi sa ascoltare in modo attento e non giudicante ed ha imparato davvero a SAPER ESSERE, SAPER FARE E SAPERE.
“Da chi dovrei andare? Dallo psicologo??? E a cosa mi serve? Devo spendere dei soldi per raccontare i fatti miei ad uno che non conosco, al quale molto probabilmente non importa nulla di quello che dico? Perché non parlare con un amico, con il parrucchiere o con il macellaio? Anche loro mi ascoltano, o danno l’impressione di ascoltare, e non mi presentano nessun conto alla fine! E poi, non sono mica matto io???! Si… ho qualche problemino in sospeso, ma niente che non possa risolvere da solo!”
Queste parole esprimono i radicati pregiudizi, sulla figura dello psicologo, confusa, indefinita, vista come una via di mezzo tra il chiromante, il confidente, il prete e il santone. Nell’immaginario comune è rappresentato come una sorta di mago con una bacchetta magica o sfera di cristallo in grado di fare miracoli in situazioni disperate.
Ma.. “Chi è lo psicologo e cosa fa?”.
In realtà lo psicologo non è un mago ma una persona che, grazie alla sua formazione e al percorso di studi ed esperienze personali, mette a disposizione se stesso e le sue competenze per l’altro.
Accompagna l’individuo, attraverso un percorso di scoperta guidata, in particolari periodi critici della vita, aiutandolo, attraverso il dialogo e l’autosservazione, ad esprimere pensieri, desideri e fantasie, fino ad allora indicibili o inelaborate, ascoltare le proprie emozioni e, con consapevolezza, trovare le risorse positive presenti in ognuno.
La vita è densa di momenti di stress, di difficoltà familiari, lavorative, sociali e può capitare ad ognuno di aver bisogno, non di pillole di felicità, ma di dedicarsi uno spazio di ascolto attento ma non giudicante, in cui si possa prendere coscienza e responsabilità di se stesso.
I motivi per cui si può richiedere una consulenza ad uno psicologo possono essere diversi: situazioni di lutto, periodi di transizione (menopausa, adolescenza), genitori che hanno bisogno di un supporto nei difficili compiti educativi; situazioni, queste, che rientrano nella normalità di ognuno di noi.
Nella vita, si suppone, che senza una causa apparente, si presentino ansia, attacchi di panico, episodi depressivi e si pensa che sarà qualcosa di momentaneo e, fortunatamente, alcune volte lo è.
Chiamare lo psicologo per una consulenza, sin dai primi segni di malessere è importante per prevenire la cronicità di tali situazioni. Ma, succede che per le persone conta molto il giudizio sociale: si ritiene che “bisogna” tenere nascosti i propri disagi così da non poter essere riconosciuti e giudicati dagli altri e si tende a non parlarne per vergogna, imbarazzo o per paura di non essere capiti o di essere etichettati come “malati di mente”.
L’aiuto dello psicologo è fondamentale, perché consente alla persona di imparare a capire che la mente umana mette in atto le più svariate strategie per fronteggiare le situazioni difficili e/o dolorose: alcune funzionali, altre no. Bandura, in particolare, ha mostrato come è fondamentale una relazione basata sulla fiducia, in quanto lo psicologo può costituire un modello positivo, attraverso il quale il paziente apprende e modifica atteggiamenti, risposte emozionali e modi di comportamento.
Proviamo allora insieme a vedere lo psicologo come un paio di occhiali che l’individuo in difficoltà indossa allo scopo di vedere con chiarezza fuori e dentro di sé; un paio di occhiali però particolari che consentono di riprendere la “vista perduta” e, quindi, di essere dismessi quando non servono più.
Lo psicologo non è uno psicofarmaco, non crea dipendenza, ma dispone di sé stesso per aiutare chi soffre a dare “ordine” al disordine e quindi a migliorare la qualità della propria vita.
Perché andare dallo psicologo?
“Il lavoro dello psicologo”
- Questo articolo aiuta a sfatare i miti sulla figura dello psicologo per conferirgli invece il suo vero abito: colui che dispone di se stesso per “…aiutare chi soffre a dare “ordine” al disordine e quindi a migliorare la qualità della propria vita”.
Spesso, infatti, pur sentendo il bisogno di essere aiutati ad affrontare il proprio disagio e a recuperare le proprie risorse, si rimane vittime di pregiudizi secondo cui “se vai dallo psicologo, allora sei matto”. Troppa vergogna c’è ancora dietro alla scelta di farsi aiutare a superare un momento critico della propria vita o malesseri di altra natura.
Ricordiamo che lo psicologo è anche colui che aiuta a far emergere i propri punti di forza quando non si riesce a vederli perché intorpiditi dal proprio disagio o dalla mancanza di fiducia rispetto a un cambiamento