L'insonnia
La terapia cognitivo comportamentale nella cura dei disturbi del sonno
Chiara ha sempre avuto il sonno leggero, ma da alcuni mesi, oltre a svegliarsi diverse volte per notte, ha cominciato a soffrire d’insonnia. Sempre più spesso le capita di dormire poco e male o di non dormire affatto.
Al mattino si sente stanca e le giornate le sembrano interminabili. In ufficio fatica a concentrarsi e a svolgere con la dovuta attenzione il proprio lavoro. Spesso è distratta e dimentica le cose da fare. Si irrita facilmente e qualche volta, quando tutto le sembra andare storto, non riesce a trattenere le lacrime. Per mantenere tutti i suoi impegni corre tutto il giorno e quando torna a casa alla sera e prova a dormire, la mente si affolla di mille pensieri costringendola a stare sveglia per buona parte della notte. Ultimamente, come se non bastasse, a peggiorare la situazione si è ormai innescato un perverso circolo vizioso in base al quale, al momento di coricarsi, il timore di non riuscire a dormire o di svegliarsi durante la notte è diventato esso stesso fonte di ansia e causa d’insonnia. Infatti, alle prime avvisaglie di insonnia, la preoccupazione di trascorrere una notte in bianco le crea un’ansia tale da impedirle di prender sonno. |
Logorata da questa situazione, dopo aver tentato inutilmente di dormire meglio con camomilla e valeriana, sta valutando di recarsi dal suo medico affinché gli prescriva un sonnifero anche se gli eventuali effetti collaterali e l’idea di dipendere da un farmaco la preoccupa un po’. Navigando su internet in cerca di consigli ha letto come il trattamento cognitivo comportamentale risulti particolarmente efficace per i disturbi del sonno e pertanto si è decisa a provare.
Dopo un’attenta valutazione della situazione il suo terapeuta le ha dato alcuni suggerimenti volti a modificare alcune “cattive” abitudini che ostacolavano un buon sonno. Successivamente sono state trattate le cause primarie dell’insonnia, riconducibili ad un momento particolarmente stressante della vita di Chiara, fonte di forti preoccupazioni. In breve tempo questo intervento, insieme all’apprendimento di specifiche tecniche di rilassamento da praticare prima di addormentarsi, ha permesso a Chiara di gestire in modo più efficace i pensieri ansiogeni e le ruminazioni mentali che le impedivano di rilassarsi e di dormire. |
Attualmente, Chiara riesce a dormire e a riposare in modo soddisfacente anche quando le capita di essere un po’ agitata. In queste occasioni ha imparato a farsene una ragione attribuendo all’evento la giusta importanza senza preoccuparsene più di tanto.
Dott. Luca Liverani Info cell. 340 6330847 Articolo apparso su Ravenna & Dintorni il 12 aprile 2012 |