Contro il "male oscuro"
La terapia cognitivo comportamentale efficace quanto i farmaci nella cura della depressione
Anna cominciò a soffrire di depressione a 24 anni. Il ragazzo del quale era innamorata l’aveva lasciata e per lei fu un duro colpo. Per diversi mesi si sentì triste e disperata.
Per un po’ interruppe l’Università a causa delle difficoltà a concentrarsi per studiare e sostenere gli esami. Tutto le sembrava faticoso: alzarsi, uscire, studiare e ogni cosa le sembrava inutile. La sua famiglia e le amiche cercarono di essere comprensive e di aiutarla, ma con il tempo, incominciarono a stancarsi del suo pessimismo e della sua apatia. Una dopo l’altra le amiche si allontanarono e anche i suoi genitori smisero di essere pazienti, rimproverandole di trascurare gli studi, le amicizie e anche il suo aspetto, facendola sentire inadeguata e ancora più depressa. Quel periodo finì, ma negli anni ci furono altre delusioni e momenti di sconforto durante i quali provava spesso un senso di insoddisfazione e sfiducia in sé e nelle persone che le stavano vicine, convincendosi di non valere nulla e guardando ogni cosa sotto una luce negativa. A volte soffriva d’insonnia, provando un senso di pesantezza e affaticamento tale, da renderle difficile portare avanti i suoi impegni. |
Oggi Anna ha 46 anni. Da quando, dopo un lungo ricovero, sua madre è morta è ricaduta in uno stato di profondo malessere. Le sue giornate non hanno senso e fa le cose senza entusiasmo. Il lavoro, la casa, i figli l’assorbono completamente, lasciandola sfinita. Esce poco e ha perso interesse per quasi tutto ciò che amava. La domenica è il giorno peggiore, trascorsa a casa a rimuginare su tutte le cose che non vanno.
A casa perde la pazienza facilmente arrabbiandosi per cose poco importanti, per poi sentirsi in colpa e peggio di prima. Anche al lavoro ci sono problemi e quando non ce la fa più va dal suo medico di base e resta a casa qualche giorno. Lui le ha offerto un aiuto farmacologico, ma lei teme di diventarne dipendente o di ricadere appena smetterà la terapia.Dopo aver letto che alcuni studi scientifici affermano che la Terapia Cognitivo Comportamentale è efficace almeno quanto i farmaci nel curare la depressione ha contattato uno psicoterapeuta, il quale le ha spiegato che la depressione è una malattia ricorrente e che molte persone soffrono di questo disturbo per anni, a scapito del proprio benessere, prima di curarsi. |
Insieme al terapeuta ha cominciato ad affrontare in modo concreto i suoi problemi attuali, cominciando subito a sentirsi meglio. A volte pensa ancora di non farcela, ma ha imparato a riconoscere questo, come uno dei pensieri poco realistici responsabili della sua sofferenza e che, grazie alla psicoterapia, sta cominciando a modificare insieme al suo atteggiamento nei confronti della vita.
Dr. Luca Liverani Info cell. 3406330847 Articolo apparso su Ravenna & Dintorni il 15 marzo 2012 |