Ansia da separazione
Tra i disturbi d'ansia in età evolutiva l'ansia da separazione è un disturbo piuttosto comune durante l'infanzia interessando circa il 5% dei bambini e distribuendosi in egual misura tra maschi e femmine.
In genere l'esordio avviene in età prescolare, ma sono frequenti anche esordi tardivi intorno ai 10-12 anni, spesso manifestati dal rifiuto di andare a scuola.
Caratteristica del disturbo è l'ansia acuta che si manifesta alla separazione dalle figure di accudimento (quasi sempre i genitori), da casa o da altri ambienti familiari.
In queste circostanze il bambino teme che possa accadere qualcosa di terribile ai propri familiari o a se stesso in loro assenza.
La paura e il pensiero costante che possano accadere eventi catastrofici condiziona ed organizza la vita del bambino.
Durante l'infanzia, in diverse fasi del processo evolutivo l'ansia da separazione può essere di natura transitoria, in quanto ingrediente naturale del processo di crescita. Nei bambini, la riluttanza a lasciare un genitore o un'altra persona di riferimento è il segnale che l'attaccamento tra bambino e "caregiver" è avvenuto.
Normalmente, tali difficoltà vengono superate in modo spontaneo con lo sviluppo dei processi cognitivi e la maturazione di una maggiore sicurezza emozionale.In questi termini l'ansia da separazione compare a partire dalla seconda metà del primo anno di vita, raggiunge la massima intensità verso i 14-20 mesi e gradualmente diventa meno frequente e meno intensa durante l'infanzia e nel periodo prescolare. Diversamente è possibile essere in presenza di un disturbo d'ansia da separazione, se le manifestazioni di ansia risultano clinicamente significative, eccessive e di lunga durata.
I sintomi attraverso cui si manifesta il disturbo possono essere:
Affinché si possa parlare di disturbo d’ansia da separazione, è necessario che almeno tre dei suddetti sintomi si verifichino ripetutamente nel corso di un mese, compromettendo il normale funzionamento individuale e interpersonale del bambino. L'esordio dei sintomi deve essere databile prima dei 18 anni di età.
L'insorgenza del disturbo può avvenire in seguito ad un evento "traumatico", cioè dopo una situazione o episodio stressante (trasferimento, cambiamento di scuola, malattia o morte di un parente, separazione dei genitori etc.).
I bambini che soffrono di ansia da separazione possono essere estremamente nostalgici quando sono via da casa, esprimere timori di non ritrovare i genitori, evitare di muoversi in autonomia. Possono avere difficoltà ad andare a letto e avere frequenti incubi notturni. Le manifestazioni del disturbo variano con l'età. Quando sono più grandi le paure possono riguardare pericoli specifici relativi ai genitori, alla casa o a loro stessi.
Generalmente le caratteristiche dei bambini che sviluppano questo disturbo sono: estrema diligenza, scrupolosità, attenzione eccessiva a quanto accade nel loro ambiente di vita, forte desiderio di compiacere, tendenza al conformismo. Le famiglie, generalmente, tendono ad essere molto unite ed accudenti ed i bambini spesso sembrano oggetto di eccessiva attenzione e preoccupazione da parte dei genitori.
In età adulta l'ansia da separazione in età adulta è un disturbo che limita l'attività indipendente e la capacità della persona di far fronte ai cambiamenti o ad alcuni cambiamenti in particolare. Abbiamo atteggiamenti iper-protettivi e iper-preoccupazione per i familiari o per alcuni di essi. Quando si presenta in età adulta riceve pochissima attenzione. L'ansia per il distacco dal partner o dall'ambiente familiare, viene spesso minimizzata, svuotata di rilievo e di significato. L'eccessivo attaccamento, la necessità di rassicurarsi con la continuità della presenza fisica, la fantasia che possa accadere qualcosa alle persone amate: queste ed altre manifestazioni sintomatiche vengono facilmente ignorate e confuse. Vengono infatti spesso scambiate, dalle persone che ne sono portatrici, per manifestazioni di "amore", per naturale "preoccupazione" e "attenzione" verso i cari. In alcuni casi, tali preoccupazioni possono presentasi associate ad altri disturbi d'ansia, come il disturbo di attacchi di panico.
Trattamento cognitivo comportamentale
E’ preferibile all’assunzione di farmaci, una buona terapia cognitivo-comportamentale.
La terapia comportamentale agisce direttamente sui sintomi comportamentali del disturbo, questo intervento risulta più efficace per il bambino e meno oneroso, se tali comportamenti vengono affrontati positivamente piuttosto che negativamente. Il bambino non dev’essere punito perché continua ad avere i sintomi del disturbo, ma al contrario, premiato per le piccole vittorie ottenute. Ad esempio invece di vietare al bambino dei dolci, perché non vuole dormire da solo nella sua stanza, bisogna abbracciarlo quando inizia a stare nella stanza prima per pochi minuti, e poi lodarlo man mano che aumenta il tempo in cui ci resta. All’inizio il bambino ha bisogno di molto sostegno da parte dei genitori, per esempio cominciare a stare seduto nella sua stanza sulle ginocchia della mamma, poi stare accanto a lei appena fuori; questo approccio consente al bambino di pensare a questi piccoli passi come a dei successi e non a sperimentare un senso di fallimento che tende a ridurre le probabilità di guarigione. La terapia comportamentale prevede degli incontri settimanali non solo con il bambino ma anche con i genitori, affinché li guidi e insegni loro come contribuire ad alleviare l’ansia del bambino.
La terapia comportamentale aiuta i bambini a pensare e ad insegnare loro come concentrarsi sulle cose positive piuttosto che sull’ansia. Imparando a concentrarsi sui pensieri positivi, i bambini, si aprono di più agli insegnamenti su come controllare l’ansia, come giocare, guardare la tv o ascoltare la musica. Spesso le tecniche di rilassamento vengono insegnate solo agli adolescenti e agli adulti, ma può risultare efficace anche per i bambini più piccoli insegnare a rilassarsi, respirare profondamente e lentamente per calmarsi.
Se la psicoterapia però non riesce a calmare questi sintomi, l’unica strada da percorrere è quella dei farmaci, anche se non ci sono farmaci specifici per trattare il disturbo d’ansia da separazione. Gli inibitori della ricaptazione della serotonina, come la fluvoxamina, sembrano essere efficaci.
Il tasso di remissione del disturbo d'ansia da separazione è alto. Tuttavia, si alternano periodi in cui il disagio diventa più grave e periodi in cui diminuisce.
La remissione totale dell'ansia da separazione dipende dallo sviluppo di un adeguato senso di sicurezza e fiducia nelle persone che non fanno parte del nucleo familiare, nell'ambiente, e nel ritorno dei propri genitori dopo l'allontanamento.
Altri fattori che contribuiscono allo sviluppo dall'ansia da separazione è come reagiscono i genitori di fronte al problema e di come cerchi di affrontarlo e risolverlo.
Per i bambini più grandi, trattamenti efficaci possono comprendere sostegno psicologico e trattamento psicoterapeutico per il bambino e i propri genitori e sviluppo del cambiamento nelle tecniche educative.
Per i bambini più piccoli, esistono una serie di azioni che un genitore o il caregiver possono intraprendere.
In genere l'esordio avviene in età prescolare, ma sono frequenti anche esordi tardivi intorno ai 10-12 anni, spesso manifestati dal rifiuto di andare a scuola.
Caratteristica del disturbo è l'ansia acuta che si manifesta alla separazione dalle figure di accudimento (quasi sempre i genitori), da casa o da altri ambienti familiari.
In queste circostanze il bambino teme che possa accadere qualcosa di terribile ai propri familiari o a se stesso in loro assenza.
La paura e il pensiero costante che possano accadere eventi catastrofici condiziona ed organizza la vita del bambino.
Durante l'infanzia, in diverse fasi del processo evolutivo l'ansia da separazione può essere di natura transitoria, in quanto ingrediente naturale del processo di crescita. Nei bambini, la riluttanza a lasciare un genitore o un'altra persona di riferimento è il segnale che l'attaccamento tra bambino e "caregiver" è avvenuto.
Normalmente, tali difficoltà vengono superate in modo spontaneo con lo sviluppo dei processi cognitivi e la maturazione di una maggiore sicurezza emozionale.In questi termini l'ansia da separazione compare a partire dalla seconda metà del primo anno di vita, raggiunge la massima intensità verso i 14-20 mesi e gradualmente diventa meno frequente e meno intensa durante l'infanzia e nel periodo prescolare. Diversamente è possibile essere in presenza di un disturbo d'ansia da separazione, se le manifestazioni di ansia risultano clinicamente significative, eccessive e di lunga durata.
I sintomi attraverso cui si manifesta il disturbo possono essere:
- Eccessivo disagio quando il bambino viene separato dalla figura di riferimento che si prende cura di lui
- Paura di essere rapito, di perdersi o di essere abbandonato
- Eccessiva preoccupazione rispetto alla perdita della figura di accudimento o danni al suo ritorno
- Rifiuto ad andare a scuola o in altri luoghi a causa del terrore della separazione
- Rifiuto ad andare a dormire senza avere fisicamente vicino il genitore
- Incubi ricorrenti relativi all'essere separato dai propri cari
- Sintomi fisici di natura ansiosa, quali tachicardia, mal di testa, nausea, mal di stomaco, vertigini, quando si verifica una separazione dai genitori o quando c’è un imprevisto.
Affinché si possa parlare di disturbo d’ansia da separazione, è necessario che almeno tre dei suddetti sintomi si verifichino ripetutamente nel corso di un mese, compromettendo il normale funzionamento individuale e interpersonale del bambino. L'esordio dei sintomi deve essere databile prima dei 18 anni di età.
L'insorgenza del disturbo può avvenire in seguito ad un evento "traumatico", cioè dopo una situazione o episodio stressante (trasferimento, cambiamento di scuola, malattia o morte di un parente, separazione dei genitori etc.).
I bambini che soffrono di ansia da separazione possono essere estremamente nostalgici quando sono via da casa, esprimere timori di non ritrovare i genitori, evitare di muoversi in autonomia. Possono avere difficoltà ad andare a letto e avere frequenti incubi notturni. Le manifestazioni del disturbo variano con l'età. Quando sono più grandi le paure possono riguardare pericoli specifici relativi ai genitori, alla casa o a loro stessi.
Generalmente le caratteristiche dei bambini che sviluppano questo disturbo sono: estrema diligenza, scrupolosità, attenzione eccessiva a quanto accade nel loro ambiente di vita, forte desiderio di compiacere, tendenza al conformismo. Le famiglie, generalmente, tendono ad essere molto unite ed accudenti ed i bambini spesso sembrano oggetto di eccessiva attenzione e preoccupazione da parte dei genitori.
In età adulta l'ansia da separazione in età adulta è un disturbo che limita l'attività indipendente e la capacità della persona di far fronte ai cambiamenti o ad alcuni cambiamenti in particolare. Abbiamo atteggiamenti iper-protettivi e iper-preoccupazione per i familiari o per alcuni di essi. Quando si presenta in età adulta riceve pochissima attenzione. L'ansia per il distacco dal partner o dall'ambiente familiare, viene spesso minimizzata, svuotata di rilievo e di significato. L'eccessivo attaccamento, la necessità di rassicurarsi con la continuità della presenza fisica, la fantasia che possa accadere qualcosa alle persone amate: queste ed altre manifestazioni sintomatiche vengono facilmente ignorate e confuse. Vengono infatti spesso scambiate, dalle persone che ne sono portatrici, per manifestazioni di "amore", per naturale "preoccupazione" e "attenzione" verso i cari. In alcuni casi, tali preoccupazioni possono presentasi associate ad altri disturbi d'ansia, come il disturbo di attacchi di panico.
Trattamento cognitivo comportamentale
E’ preferibile all’assunzione di farmaci, una buona terapia cognitivo-comportamentale.
La terapia comportamentale agisce direttamente sui sintomi comportamentali del disturbo, questo intervento risulta più efficace per il bambino e meno oneroso, se tali comportamenti vengono affrontati positivamente piuttosto che negativamente. Il bambino non dev’essere punito perché continua ad avere i sintomi del disturbo, ma al contrario, premiato per le piccole vittorie ottenute. Ad esempio invece di vietare al bambino dei dolci, perché non vuole dormire da solo nella sua stanza, bisogna abbracciarlo quando inizia a stare nella stanza prima per pochi minuti, e poi lodarlo man mano che aumenta il tempo in cui ci resta. All’inizio il bambino ha bisogno di molto sostegno da parte dei genitori, per esempio cominciare a stare seduto nella sua stanza sulle ginocchia della mamma, poi stare accanto a lei appena fuori; questo approccio consente al bambino di pensare a questi piccoli passi come a dei successi e non a sperimentare un senso di fallimento che tende a ridurre le probabilità di guarigione. La terapia comportamentale prevede degli incontri settimanali non solo con il bambino ma anche con i genitori, affinché li guidi e insegni loro come contribuire ad alleviare l’ansia del bambino.
La terapia comportamentale aiuta i bambini a pensare e ad insegnare loro come concentrarsi sulle cose positive piuttosto che sull’ansia. Imparando a concentrarsi sui pensieri positivi, i bambini, si aprono di più agli insegnamenti su come controllare l’ansia, come giocare, guardare la tv o ascoltare la musica. Spesso le tecniche di rilassamento vengono insegnate solo agli adolescenti e agli adulti, ma può risultare efficace anche per i bambini più piccoli insegnare a rilassarsi, respirare profondamente e lentamente per calmarsi.
Se la psicoterapia però non riesce a calmare questi sintomi, l’unica strada da percorrere è quella dei farmaci, anche se non ci sono farmaci specifici per trattare il disturbo d’ansia da separazione. Gli inibitori della ricaptazione della serotonina, come la fluvoxamina, sembrano essere efficaci.
Il tasso di remissione del disturbo d'ansia da separazione è alto. Tuttavia, si alternano periodi in cui il disagio diventa più grave e periodi in cui diminuisce.
La remissione totale dell'ansia da separazione dipende dallo sviluppo di un adeguato senso di sicurezza e fiducia nelle persone che non fanno parte del nucleo familiare, nell'ambiente, e nel ritorno dei propri genitori dopo l'allontanamento.
Altri fattori che contribuiscono allo sviluppo dall'ansia da separazione è come reagiscono i genitori di fronte al problema e di come cerchi di affrontarlo e risolverlo.
Per i bambini più grandi, trattamenti efficaci possono comprendere sostegno psicologico e trattamento psicoterapeutico per il bambino e i propri genitori e sviluppo del cambiamento nelle tecniche educative.
Per i bambini più piccoli, esistono una serie di azioni che un genitore o il caregiver possono intraprendere.
- Dal momento che il bambino è più suscettibile ai sintomi dell'ansia da separazione, quando è stanco, affamato o ammalato, è utile che il genitore programmi i suoi allontanamenti dopo l'ora dei pasti o i sonnellini.
- È utile che il genitore prepari il bambino prima di separarsi da lui e lo rassicuri sul fatto che farà presto ritorno.
- Trattare l'ansia con serietà e reagire ad essa con comprensione, pazienza e sicurezza ("so che non vuoi che me ne vada, ma tornerò dopo pranzo), invece di canzonare il bambino ("sei così sciocco quando piangi così) o mostrare irritazione ("tu mi fai diventare matta quando piangi così).
- Mantenere la calma ed essere realistici e comprensivi. "So che sei a disagio per il fatto che devo andare in cucina, ma è necessario che io tagli le carote per preparare la cena". Se si rende necessario, andare ugualmente in cucina con il bambino attaccato alle gambe.
- Suscitare sentimenti di sicurezza per il bambino, offrendogli molto amore e molte attenzioni. I bambini imparano più velocemente quando ricevono l'affetto necessario piuttosto che quando i genitori assumono stili di educazione severi e duri.
- Effettuare "separazioni a breve termine", all'interno della casa. È utile che il genitore, appena va in un'altra stanza fuori dalla vista del bambino, dica "Dove è andata mamma?". Quando poi ritorna, potrebbe dire "Eccomi! Sono qui!". Queste brevi separazioni ripetute potrebbero aiutare il bambino ad imparare che l'allontanamento del proprio genitore è solo temporaneo.
- Non allontanarsi di nascosto o furtivamente dal bambino. Questo modo di approcciare il problema può solo avere come risultato il fatto che il bambino sia più guardingo e opponga maggiore resistenza alla successiva separazione.
- Mantenere il controllo delle proprie ansie; se il bambino percepisce o nota il disagio del proprio genitore nel momento in cui egli si allontana, arriverà alla conclusione che ci deve essere in questo qualcosa di sbagliato o che non va.